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POTENZA – La Basilicata resta sottoposta alle restrizioni minime della zona “gialla”, assieme a Campania, Sardegna, Toscana, Provincia autonoma di Trento e Molise. Nonostante l’aumento del numero di nuovi casi, 114 ogni 100mila abitanti, e di focolai, e la risalita a quota 1,14 dell’indice di contagiosità (Rt), che nell’ultima rilevazione si era fermato a 0,83, e a 1,09 in quella ancora precedente.
E’ questo l’esito delle ultime analisi dell’Istituto superiore di sanità, che ieri sono state raccolte e diffuse all’interno del tradizionale report settimanale.
La Basilicata si conferma tra i territori dove lo scenario di rischio covid risulta ancora gestibile con limitazioni “base”, quali le mascherine obbligatorie, il coprifuoco alle 22, e lo stop del servizio ai tavoli di bar e ristoranti dopo le 18. Anche se a queste l’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri ha aggiunto anche il divieto agli spostamenti verso altre regioni che non siano motivati da ragioni di salute, lavoro e particolari necessità.
A pesare in suo favore è stata, in particolare, l’assenza di alcun tipo di allerta sulla tenuta del sistema sanitario, grazie a una progressiva diminuizione dei ricoveri in ospedale che oggi sono ai livelli di fine ottobre.
«Una buona notizia», è stato il commento, in un post su facebook, del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, per cui comunque non si può ancora «abbassare la guardia». Mentre l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, ha evidenziato che «avere il tasso di ospedalizzazione più basso d’Italia significa che viene fatto un buon tracciamento». Una risposta esplicita alle critiche piovute sulla gestione lucana dell’emergenza sanitaria, e sulla completezza del tracciamento dei contatti dei casi accertati, non più tardi di lunedì, dalla trasmissione Report di Rai Tre.
Sul fronte epidemiologico, ad ogni modo, anche ieri si sono registrati più contagiati che guariti, con 78 nuovi pazienti (residenti e non) contro 47 negativizzati e 3 morti (1 di Muro Lucano, 1 di Potenza e 1 di Tursi).
Alle 23 di ieri sera, invece, erano salite a 7.261 le dosi di vaccino anti covid somministrate in regione (rispetto alle 6.185 del giorno precedente) su 13.755 consegnate. Con un rapporto del 52,8%, contro una media nazionale del 73,8%, che colloca la Basilicata al penultimo posto, davanti alla Calabria (43,3%), della classifica relativa.
Ieri, però, è stata pubblicata anche un’altra graduatoria in cui la regione lucana ha “conquistato” per distacco la maglia nera, che è quella sul numero di vaccini somministrati per punti vaccinali allestiti.
In Veneto, infatti, ciascun punto vaccinale ha somministrato finora circa 7.655 dosi, e valori alti si riscontrano anche in Emilia-Romagna (4.691), Toscana (2.839), Friuli-Venezia Giulia (2.733) e Puglia (2.403). Mentre il più basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione si è registrato proprio in Basilicata (502), Valle D’Aosta (892) e Trentino-Alto Adige (860).
A metterlo in luce è la 34/a puntata dell’Instant Report Covid-19, un’iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica.
Sempre sul fronte vaccinale, infine, da registrare c’è l’allarme delle aziende sanitarie lucane sulla scarsezza delle dosi a disposizione per proseguire con i richiami a chi ha già ricevuto una prima inoculazione ed estendere ulteriormente la campagna di immunizzazione. Per questo nei prossimi giorni è probabile che le somministrazioni subiscano un ulteriore rallentamento.
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