X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

POTENZA – Nel giorno in cui ha una accelerata la somministrazione dei vaccini anti-covid (circa 600 le dosi somministrate in tutta la regione sulle quasi 5mila distribuite), non sono rassicuranti gli ultimi dati forniti dalla task force regionale: cifre che, collegate al più recente dato sull’Rt (1.09), non lasciano certezze sul ritorno della Basilicata in zona gialla dal prossimo 7 gennaio.

Nelle ultime 24 ore, 39 dei 193 tamponi processati sono risultati positivi al coronavirus e sono stati inoltre registrati cinque decessi, a Bernalda, Ferrandina, Genzano di Lucania, Matera e Potenza (il totale delle vittime lucane è salito a 261). Il bollettino ufficiale di via Verrastro specifica che dei 39 casi positivi, 37 riguardano persone residenti in Basilicata e con 31 guariti (4.488 in totale), i lucani attualmente positivi sono 5.949, dei quali 5.853 in isolamento domiciliare. Rispetto all’ultimo aggiornamento, è aumentato da 88 a 96 il dato delle persone ricoverate, mentre quello dei posti occupati in terapie intensive è sceso da cinque a tre (tutti al “Madonna delle Grazie” di Matera).

Intanto il tasso di positività su scala nazionale vola quasi al 18% e ora sulla ripartenza delle Regioni, dal 7 gennaio nuovamente divise in tre fasce, pesa l’andamento dei contagi. Crescono di pari passo le perplessità sul fronte della riapertura delle scuole: anche se l’avvio della didattica in presenza al 50% negli istituti resta al momento fissato al 7 gennaio, tra i governatori ci sono ancora molti dubbi. Tanto da spingere il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a rimettere in discussione quella data: «credo sarebbe giusto che il governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione, in maniera molto laica», dice.

In vista di un nuovo decreto che supererà l’ultimo Dpcm in scadenza il 15, si guarda inoltre a cosa succederà nelle prossime settimane: il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza con cui si differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio. «Ora si può finalmente ripartire in sicurezza», commentano soddisfatti gli assessori con delega allo sci delle Regioni e Province autonome dell’arco alpino e dell’Abruzzo.

E qualche spiraglio si apre sulle palestre con la proposta della coordinatrice dello Sport delle Regioni, Tiziana Gibelli, che ipotizza la ripartenza dal 15 gennaio sotto la garanzia di regole rigide.

La collocazione dei territori nelle varie zone – gialla, arancione o rossa – sarà invece decisa già in seguito al monitoraggio che arriverà nella prima metà della prossima settimana. A rischiare la zona rossa per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, ma anche Puglia, Basilicata e Lombardia. Altri indicatori d’allerta riguardano Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna, che hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni, mentre per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive. Incerta la situaione della Sardegna, mentre fonti di Goveerno fanno sapere che dal 7 l’Abruzzo tornerà in zona gialla.

Per il matematico del Cnr, Giovanni Sebastiani, la speranza è che “la ripresa sia mitigata dagli effetti delle misure introdotte alla vigilia Natale, delle quali si potranno vedere gli effetti nella seconda settimana di gennaio». Secondo l’esperto «sarebbe prudente vedere l’andamento dei dati e soltanto dopo decidere se riaprire le scuole».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE