Il tarantino Felice Arcamone, infermiere 47enne del San Carlo, è il primo vaccinato anti-covid in Basilicata
5 minuti per la letturaPOTENZA – Nei quattro giorni a cavallo del Natale, dal 24 al 27 dicembre, in Basilicata, a causa del coronavirus sono morte 12 persone, undici delle quali residenti in regione. E’ questo uno dei dati più significativi del bollettino riepilogativo diffuso dalla task force regionale il giorno dopo le prime 105 vaccinazioni somministrate ai sanitari dell’ospedale San Carlo di Potenza. E nelle prossime ore, anche in Basilicata, sono in arrivo altre dosi per cominciare ad ampliare la campagna di vaccinazione.
Nel frattempo, oltre ai dati epidemiologici, fanno sempre più paura le ripercussioni che la pandemia sta avendo sull’economia lucana. Oggi la Confcommercio ha parlato di «cifre impietose» riguardo al crollo dei consumi: il Centro studi dell’organizzazione di categoria stima la chiusura nella provincia di Potenza di 1.300-1500 negozi.
Tornando ai numeri della pandemia, va inoltre sottolineato che, in totale, negli ultimi quattro giorni, in regione sono stati processati 1.284 tamponi: 127 (e fra questi 116 di persone residenti in Basilicata) sono risultati positivi. Nelle ultime 24 ore, invece, il dato parla di 19 positivi (17 residenti in regione) su 217 test. Con gli ultimi decessi, il totale delle vittime lucane è salito a 241, quello dei guariti a 4.197.
Le persone ricoverate con il covid 19 negli ospedali lucani sono 98, delle quali sei in terapia intensiva, tre al San Carlo e tre all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera. In totale, i lucani attualmente positivi sono 5.742, dei quali 5.644 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’emergenza, in Basilicata sono stati analizzati 180.907 tamponi, 168.270 dei quali sono risultati negativi.
I lucani hanno rispettato in maniera responsabile le prescrizioni previste dal decreto Natale. La regione solo il 13 dicembre scorso era stata dichiarata zona gialla. Il presidente della Regione Vito Bardi aveva da subito con nuova ordinanza abolito tutti gli ulteriori divieti da zona arancione durata quattro settimane, invitando più volte gli abitanti a non abbassare mai la guardia, nonostante l’Rt fosse sceso a più basso d’Italia. Ieri anche in Basilicata il V day, sono stati 105 i vaccinati, si tratta degli operatori del pronto soccorso del San Carlo di Potenza. «E’ a loro – ha sottolineato il presidente della Regione, Vito Bardi, nel corso della cerimonia organizzata nel nosocomio potentino – che va data la precedenza, poi arriverà il turno di tutti noi. Dobbiamo dire grazie a tutti coloro che sono stati in prima linea a combattere questo nemico».
La campagna vaccinale anti covid dovrebbe proseguire a partire dal 30 dicembre (a causa dello slittamento delle consegne da parte del Ministero) dal Madonna delle Grazie di Matera. Si tratta sempre e solo di dosi al momento destinate al personale sanitario. I presidi di stoccaggio individuati dal piano regionale: Potenza, Venosa, Chiaromonte, Crob di Rionero e Madonna delle Grazie di Matera. In Basilicata la seconda ondata è stata molto più complicata, rispetto alla prima che ha visto invece la regione come prima Covid free. Anche per misure di contenimento la regione si è distinta fin dalle primissime fasi dell’emergenza.
«A febbraio 2020 – ha detto all’agenzia Italpress il governatore Bardi – ho seguito con grande preoccupazione quello che stava accadendo in Lombardia, per questo motivo ho da subito adottato misure che riducessero il rischio di contagio, come la quarantena per coloro che venivano da fuori regione. Misure per le quali sono stato anche molto criticato. Nella prima ondata abbiamo retto molto bene Nella seconda, situazione più stata complicata come tutti sappiamo anche per i trasporti. Con il vaccino – ha aggiunto ieri il presidente Bardi – si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma voglio ricordare a tutti che non è il momento questo di abbassare la guardia contro il virus e continuare ad essere responsabili».
«Il 27 dicembre è stata una data simbolo – ha sottolineato l’assessore alla Sanità della Regione Basilicata Rocco Leone – con le prime somministrazioni del vaccino al personale sanitario. Sarà la volta poi di tutto il personale dai pediatri di libera scelta, al personale delle Rsa, agli anziani fragili. Abbiamo individuato i punti di vaccino che sono cinque, anche Policoro potrà essere interessata, perché dotata di borse frigo per la conservazione delle dosi vaccinali. E’ un’ondata di speranza, stiamo andando sicuramente meglio, i dati ci incoraggiano per una ripartenza in primavera. Il rinnovamento della sanità lucana – continua Leone – è stato bloccato dal Covid. Siamo stati sicuramente molto impegnati a gestire l’epidemia. I dati però ci dicono, un esempio è il San Carlo di Potenza, che non si è mai interrotta l’attività ordinaria, non sono affatto bloccate le liste di attesa. Superata questa fase, è prioritaria la costruzione della rete oncologica regionale abbiamo cominciato un percorso di rinnovamento che dobbiamo portare a termine, il vaccino rappresenta una speranza per andare avanti».
Sull’organizzazione della prima fase vaccinale, il responsabile della Task force regionale Ernesto Esposito conferma che l’adesione al vaccino è molto alta in Basilicata. «Siamo all’82 per cento al San Carlo di Potenza, circa all’80 per cento al Crob di Rionero, per quanto riguarda Matera, non abbiamo ancora i dati ma confermiamo che si tratta sempre numeri importanti».
Ieri all’Azienda ospedaliera del capoluogo l’avvio simbolico. «Secondo le disposizioni governative, attendiamo consegne giornaliere. Di conseguenza ci attiveremo ogni giorno nei diversi punti, voglio ricordare che al momento si tratterà di vaccinare soltanto il personale sanitario. Abbiamo le postazioni, il numero di operatori sottoposti al vaccino che sono complessivamente sono 19mila considerando però, il 100 per cento delle adesioni».
«Abbiamo individuato ovviamente anche i vaccinatori, il Piano è pronto con tutti i presidi ospedalieri interessati. La curva continua a scendere, questo è frutto anche del lavoro della massiccia campagna di test che abbiamo fatto molecolari a tappeto tracciamento, ma non dobbiamo mai rilassarci il problema il virus c’è ancora. La variante inglese del virus è sicuramente più veloce per la trasmissione del contagio, ma per fortuna non mostra indici di letalità maggiori, per questo bisognerà continuare a comportarsi responsabilmente e avere fiducia nel vaccino visto che sembrerebbe improbabile che le mutazioni del virus possano inficiarne l’efficacia» conclude.
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