X
<
>

L'ospedale San Carlo di Potenza

Share
3 minuti per la lettura

POTENZA – Un’altra famiglia lucana distrutta dal coronavirus, dopo quella dell’olimpionico potentino Donato Sabia, morto mercoledì due settimane dopo il padre (LEGGI LA NOTIZIA). Questa volta, però, è l’anziano genitore di Rapolla, Paolo, che raggiunge il figlio 38enne Giuseppe Larotonda, ex segretario del circolo Pd in corsa per la segreteria regionale del partito (LEGGI LA NOTIZIA). Un mese dalla dipartita, per altre cause, anche del fratello minore.

E’ salito all’improvviso a 17 il numero dei morti in Basilicata a causa del covid 19. Una brusca accelerazione dopo 36 ore di “tregua” segnate dal cordoglio del mondo intero per il campione lucano, le cui ceneri sono state tumulate, ieri mattina, nel cimitero del capoluogo.

Il ritorno alla drammatica realtà di un’epidemia che a oggi in Basilicata conta 319 pazienti covid 19, 287 tuttora positivi e 15 guariti (oltre ai 17 deceduti), è arrivato in serata con la constatazione del decesso, in rapida sequenza, di altri due anziani arrivati nei giorni scorsi al San Carlo di Potenza in condizioni disperate. Tanto che al momento del ricovero sono entrati quasi subito nel reparto di terapia intensiva per essere sottoposti alle pratiche rianimatorie.

Il primo è stato un 78enne di Potenza arrivato in ospedale il 23 marzo, con diverse patologie pregresse che avrebbero complicato una situazione già difficile di per sé (LEGGI LA NOTIZIA). Poi è stato il turno del 65enne Paolo Larotonda, arrivato al San Carlo mentre moriva Giuseppe, il 31 marzo, due settimane dopo la scoperta del contagio tra i figli saliti a Parma, agli inizi di marzo, per recuperare il corpo di un terzo fratello, poco più che ventenne, che si trovava lì in cura per una grave malattia.

A rallentare l’adozione di una terapia adeguata, nel suo caso, ci sarebbe stato anche l’esito negativo di un primo tampone effettuato, attorno alla metà di marzo. Mentre il secondo, che ha evidenziato la positività al covid 19 sarebbe arrivato soltanto alla fine del mese, dopo 8 giorni a casa con la febbre e una serie di sintomi tutt’altro che equivoci (tanto più se si pensa che due dei figli erano già risultati positivi).

Il doppio decesso nel reparto di terapie intensive del San Carlo di Potenza ha oscurato una giornata che pareva iniziata per il verso giusto, con la notizia della guarigione annunciata su Facebook di un lavoratore di Ferrandina, che ha voluto ringraziare per le cure ricevute i sanitari dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera e chi si è occupato della sua famiglia durante il ricovero.

Inizialmente parevano rasserenanti anche le notizie sui 34 tamponi effettuati nella casa di riposo di Noepoli dove nei giorni scorsi è stato scoperto un anziano contagiato. In serata infatti è arrivata la smentita con l’indicazione della positività di un operatore della struttura residente a Senise.

Complessivamente, però, resta sotto la decina il numero dei nuovi contagiati comunicati nel bollettino di mezzogiorno della Regione. Ed è una buona notizia se si pensa ai picchi di oltre 30 nuovi casi di 2 settimane fa, tanto più se si considera che è tornata a ritmi elevati la processazione dei tamponi nei laboratori di San Carlo, del Madonna delle Grazie, del Crob di Rionero e dell’Istituto zooprofilattico.

Nell’ultimo bollettino diffuso dalla Regione si parla di 222 tamponi esaminati giovedì. Un nuovo record dopo i 217 esaminati il 31 marzo.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE