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Per Renzi e Calenda l’aut aut dei Verdi: niente “campo largo” se fanno parte di amministrazioni di centrodestra come quella di Bardi


POTENZA – Renzi e Calenda, quindi Italia viva e Azione, non possono pensare di entrare a far parte del “campo largo” guidato dal Pd di Elly Schlein se prima non risolvono la loro presenza in amministrazioni di centrodestra come quella della Regione Basilicata e del Comune di Genova. Checché ne pensi la stessa Schlein.

A ribadirlo, ieri in un’intervista al Corriere della Sera è stato il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli. Rilanciando l’aut aut formulato poco prima di ferragosto dall’ex presidente dell’assemblea nazionale del Pd, Gianni Cuperlo, citando proprio la necessità che gli ex terzopolisti lascino l’amministrazione regionale lucana, e quella del capoluogo ligure, prima di celebrare la nascita della nuova grande alleanza.

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«Elly Schlein non è la titolare del campo largo. Non è una sua esclusiva. Per costruire il campolargo bisogna coinvolgere tutti gli alleati. Non deve essere appannaggio della segretaria del Pd».
Così Bonelli ha “raffreddato” il tema politico del momento. Dopo l’abbraccio tra Schlein e Matteo Renzi durante la partita del cuore, a pochi giorni dal flop dell’ex terzo polo alle elezioni europee di inizio giugno e dal promettente risultato proprio del Pd di Schlein, e dell’Alleanza Verdi Sinistra di Bonelli e Nicola Fratoianni. Di qui l’inizio di una serie di ragionamenti su una possibile alleanza in vista delle prossime elezioni politiche. Vuoi che arrivino un po’ prima della scadenza naturale della legislatura, come profetizza più di qualcuno dopo l’acuirsi delle tensioni interne al centrodestra e i problemi emersi a livello europeo. Vuoi che si arrivi fino al termine prestabilito del 2027.
«Il campo largo non si costruisce con una sommatoria di nomi».

Ha sottolineato Bonelli al Corriere. «Gli elettori non sono stupidi. I voti, come sono arrivati, se ne vanno. Intendo riferirmi alla crescita che c’è stata alle elezioni europee del Pd e, soprattutto, la nostra. La nostra di Alleanza Verdi e Sinistra. Bonelli e Fratoianni, come ormai ci conosce il grande pubblico».
«Partirei da qui, dalla credibilità e dalla coerenza». Ha aggiunto il portavoce del partito ambientalista. «E su questi valori che Alleanza Verdi e Sinistra ha messo e vuole continuare a mettere insieme il suo patrimonio di voti».
«Sono valori – prosegue il deputato romano – che non possono essere messi ai margini del campo largo. Quindi bisogna mettersi a un tavolino e partire dai programmi».

Rispetto all’agenda per il Paese, quindi, Bonelli ha ricordato il voto di Italia Viva e Azione al Parlamento europeo, durante la scorsa legislatura, «contro la direttiva della legge sulla Natura».
Quindi si è soffermato sulla «questione strettamente politica» già evidenziata da Cuperlo.
«Calenda e Renzi sostengono giunte di destra in Basilicata e anche a Genova. Devono decidere loro cosa vogliono fare».
Le pressioni nazionali sugli ex terzopolisti per uscire dalla maggioranza che in Basilicata sostiene l’amministrazione guidata dal governatore Vito Bardi appaiono destinate ad animare ulteriormente la ripresa delle attività del parlamentino lucano. Dopo la pausa agostana.

A livello locale, infatti, una prima presa di distanza tra renziani e calendiani e i loro nuovi alleati di centrodestra si era già consumata a fine luglio. Con la mancata approvazione di una risoluzione di maggioranza a favore dell’autonomia differenziata, a causa dell’assenza del voto del renziano Mario Polese, e dei calendiani Marcello Pittella e Nicola Morea.

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