Partecipanti a un concorso pubblico, immagine di repertorio
Solo 29 su 202 gli enti pubblici della Basilicata che negli ultimi due anni hanno adempiuto all’obbligo di comunicare al ministero del Lavoro l’esito dei concorsi. Una giungla dove nessuno rispetta le regole
POTENZA – Per assumere sei funzionari amministrativi l’Azienda sanitaria di Matera si è rivolta al Comune di Ferrandina pescando dalla graduatoria degli idonei non vincitori di un concorso approvata a gennaio del 2022. Perché all’Asp si decidessero di scorrere una loro graduatoria di idonei per colmare le scoperture d’organico nel ruolo dei dirigenti amministrativi, invece, è dovuto intervenire il Tar ad annullare un ulteriore concorso già bandito.
Sono solo due esempi del “far west” dei concorsi e delle relative graduatorie che neanche l’ultimo tentativo di “normalizzazione”, tre anni orsono, è riuscito a limitare. In Basilicata, come nel resto d’Italia.
Sono solo 29 su 202, infatti, gli enti pubblici lucani che negli ultimi 2 anni hanno adempiuto all’obbligo di comunicare al ministero del Lavoro l’esito dei concorsi effettuati. Ovvero l’esistenza di graduatorie di idonei non vincitori, arruolabili da altre amministrazioni, che non ritengono opportuno effettuare una propria selezione, sostenendone le relative spese, e assumendosi il rischio di sospensive e annullamenti all’esito di contenziosi giudiziari. Quindi preferiscono “pescare” da una graduatoria già esistente, minimizzando anche i tempi per l’entrata in servizio dei nuovi assunti.
Tra gli enti inadempienti spiccano le aziende sanitarie lucane tutte, dalla materana Asm, all’Azienda ospedaliera regionale San Carlo. Ma a rendere ancora più misteriosa la vicenda dei sei funzionari amministrativi c’è la presenza, tra chi non ha comunicato al Ministero la disponibilità di graduatorie di idonei, anche del Comune di Ferrandina.
Chi invece conquista il podio degli enti responsabili, in Basilicata, sono due comuni dell’area Sud della regione come Castronuovo Sant’Andrea, Castelsaraceno, più un altro comune del potentino, Satriano di Lucania, con 6 e 5 graduatorie trasmesse. Seguiti dall’Università di Basilicata che ne ha segnalate 4.
In percentuale, il rapporto tra enti adempienti e inadempienti rispetto all’obbligo di comunicazione delle graduatorie in Basilicata si attesta attorno al 14%. E a livello nazionale, se i numeri non mentono, le cose vanno peggio ancora con appena 1174 enti che hanno reso noto di aver effettuato concorsi, selezionando delle professionalità arruolabili senza troppi sforzi anche da altre amministrazioni. Su un totale di 11.736 enti censiti dal ministero del Lavoro. Con un rapporto del 10%.
L’obbligo di comunicazione delle graduatorie è stato introdotto nel 2013, dal governo guidato dall’ex segretario Pd Enrico Letta, con l’obiettivo, dichiarato, di favorire «l’assunzione di coloro che sono collocati in posizione utile in graduatorie vigenti per concorsi a tempo indeterminato, in coerenza con il fabbisogno di personale delle pubbliche amministrazioni e dei principi costituzionali sull’adeguato accesso dall’esterno». Più un obiettivo implicito rappresentato dall’esigenza di contrastare il fenomeno dei “concorsifici” e una certa tendenza dei vari enti a gestire da vicino le selezioni che dà adito a sospetti di favoritismi e clientele.
Nel 2020, quindi, il monitoraggio delle stesse era stato rilanciato dal secondo governo Conte. Al momento le graduatorie lucane segnalate al ministero, a cui può attingere qualunque ente pubblico interessato ad effettuare assunzioni in tempi rapidi, sono 55. Spesso per ruoli distinti soltanto a livello di denominazione, generando un’inutile confusione al riguardo. Come tra gli «istruttori amministrativo contabili» selezionati ad Accettura e Castelluccio Superiore, gli «istruttori contabili» selezionati a Calvera.
Almeno tre le graduatorie disponibili per chi fosse intenzionato ad assumere agenti di polizia locale, già trasmesse al ministero dai comuni di Accettura, Castelsaraceno, Chiaromonte, Policoro.
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