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POTENZA – E’ necessario «impostare insieme un documento sul presente e il futuro dello stabilimento della Stellantis a Melfi, affinché possa mantenere un ruolo strategico nell’ambito della produzione industriale. Nello stesso documento verrà evidenziata la necessità che le azioni già previste nel Recovery fund per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi in quell’area siano ritenute prioritarie». E’ questo uno degli argomenti centrali affrontati ieri, a Potenza, nel corso di un incontro fra il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, gli assessori lucani all’Ambiente e alle Attività produttive, Gianni Rosa e Francesco Cupparo, e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. E’ anche necessario «guardare alla concertazione, come a una straordinaria occasione di confronto per migliorare, nel rispetto di ciascun ruolo e di ciascuna sensibilità, le azioni da mettere in campo a favore della crescita economica ed occupazionale».
Per quanto riguarda il Piano strategico regionale, inoltre, «si è convenuto sulla necessità di avviare un confronto serrato fra le parti al fine di definire un campo largo nel quale inserire le azioni più utili capaci di assicurare lo sviluppo della regione e di rispondere in maniera urgente al sistema economico, produttivo ed occupazionale, gravemente colpito dalla pandemia». Impegni presi alla vigilia dell’attesissimo doppio incontro che, dalle 16 di oggi, all’ingresso 7 di corso Agnelli 220 di Torino, vedrà di fronte Stellantis e i sindacati metalmeccanici: una prima parte sarà dedicata alla situazione di tutti gli stabilimenti del gruppo e a seguire ci sarà un confronto specifico sul sito di Melfi.
«Melfi non si tocca – ha rilanciato ieri la Fiom Cgil –. Non siamo disposti a perdere nessun posto di lavoro, al Consiglio comunale di Melfi sono stati assunti impegni importanti».
Negli ultimi tempi è cresciuta la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto alle ventilate ipotesi di riorganizzazione dello stabilimento di assemblaggio, preoccupazione che è ancora più evidente agli addetti del sistema di appalto e logistica. «Tutto – afferma la fiom – sta avvenendo fuori da un piano industriale complessivo la cui presentazione sembra addirittura ritardata e che i primi atti formali sono stati già fatti come testimonia la vicenda Iscot, con 50 lavoratori espulsi dai cicli produttivi e una pesante cassa integrazione per i restanti 183.
Alla luce del continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, della mancata partenza del terzo turno sulla linea Compass/Ibride e delle voci di interventi strutturali sulla riduzione della capacità installata nello stabilimento di Melfi, dall’incontro di oggi ci aspettiamo risposte sulla continuazione del percorso intrapreso per arrivare alla piena occupazione degli addetti dell’area visti i pesanti costi sostenuti fin qui dai lavoratori e delle lavoratrici della Basilicata».
Il segretario della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, che oggi parteciperà all’incontro torinese, ribadisce i punti imprescindibili per Melfi: «Avvio del terzo turno» col «mantenimento dei livelli occupazionali, nessun ridimensionamento dell’indotto, rilancio dello stabilimento coi modelli 500X, Compass e Renegade anche in versione ibrida come nei piani stabiliti prima della fusione Fca-Psa. La ripresa dell’economia italiana dopo la pandemia è legata alla ripartenza del Sud».
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