Lo stabilimento Stellantis di Melfi
3 minuti per la letturaPOTENZA – L’impressione è che sul dossier Melfi ci sia un interessamento bypartisan che va interpretato come un segnale di responsabilità dettato dalle contingenze: i sindacati non si sottraggono al confronto e dopo un primo summit con Fratelli d’Italia – quello durante il quale il senatore Adolfo Urso ha lanciato la proposta di coinvolgere Cassa depositi e prestiti, un po’ com’è accaduto per l’ex Ilva – l’altro ieri è toccato rispondere “sì” all’appello di Italia Viva: i renziani di Melfi hanno sentito in un dibattito via web di due ore le ragioni dei segretari regionali di Fim, Uilm, Fiom e Fismic, e poi imprenditori, i consiglieri regionali di IV Braia e Polese e la deputata Sara Moretto.
Base di partenza dell’incontro è stata la presentazione da parte di Italia Viva, a prima firma della stessa Moretto – capogruppo di Italia Viva in Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo –, di una interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (stessa iniziativa era stata annunciata qualche ora prima da 22 senatori del Movimento 5 Stelle tra cui il lucano Lomuti) in cui si chiede «l’attivazione del Governo su tutta la vicenda Stellantis e in particolare sul prossimo incontro già fissato per il prossimo 15 aprile che si terrà a Torino tra vertici aziendali e parti sociali».
Moretto ha garantito «l’attenzione del gruppo parlamentare di IV sulla vicenda occupazionale attraverso l’attivazione del tavolo di consultazione con l’azienda», impegnandosi anche a «stimolare il governo per sostenere le produzioni presenti sul territorio, come i motori ibridi prodotti da Stellantis e non soltanto l’elettrico e l’idrogeno, i cui tempi di industrializzazione in Italia sono più lunghi e rischiano di avvantaggiare i competitor di altri paesi». La deputata si è detta infine «pronta ad aprire immediatamente un dossier per il potenziamento infrastrutturale dell’area di San Nicola di Melfi, presso il ministero guidato da Enrico Giovannini e dal viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova».
Il caso è dunque sul tavolo di due ministri oltre che dei partiti di tutto l’arco parlamentare: e proprio sull’ipotesi Cdp avanzata da Fratelli d’Italia – che pure è l’unico partito a non sostenere il governo – ieri ha espresso parere positivo anche il senatore lucano Pasquale Pepe (Lega) intervistato dal Quotidiano del Sud: «Se siamo di fronte a difficoltà dovute alla pandemia – ha detto il sindaco di Tolve – non mi scandalizzerei dell’ingresso di Cassa depositi e prestiti in Stellantis».
I NODI Da ultimo nell’incontro promosso da IV Melfi è stata riportata la grande preoccupazione che esiste tra i lavoratori per la cancellazione dell’inserimento del terzo turno lavorativo che doveva partire dal 15 febbraio, per l’annunciato taglio dei costi industriali – che già sta interessando alcuni servizi esterni come le pulizie (oltre 40 licenziamenti) e la mensa – ma soprattutto per il prolungamento della cassa integrazione fino a maggio e per le voci di prossima delocalizzazione all’estero di una delle due linee dello stabilimento lucano.
«Inoltre, il calo di vendite è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una fusione nata col freno a mano tirato, e lo spettro all’orizzonte è quello di una cancellazione di una linea produttiva», ha commentato ieri Confael. «Dopo un 2020 all’insegna della buona volontà e dell’impegno, Melfi vedrà l’interruzione della produzione dei 3 modelli di auto che qui venivano realizzati, portando in cassa integrazione l’intero stabilimento per 10 giorni», ha concluso la sigla sindacale.
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