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Esplosione nel deposito Eni di Calenzano, alle porte di Firenze: due morti, tre dispersi, ventisei feriti; Ansia per tre lavoratori lucani impegnati nel centro. Ore di angoscia nel Materano e in Val D’Agri


La tragedia di Calenzano, alle porte di Firenze, si allunga dalla Toscana fino a toccare la Basilicata. A distanza di appena qualche ora dalla devastante esplosione alla raffineria Eni, si diffondono, in Val d’Agri, nel Potentino, già le prime notizie di un possibile coinvolgimento, nel drammatico incendio, anche di lavoratori lucani. Notizie che via via fanno il giro della regione, provocando ore di angoscia nei familiari e nei colleghi di lavoro per le sorti degli operai partiti dalla Basilicata. A sera, appare chiaro che nella lista di feriti e dispersi sono presenti purtroppo pure operai lucani. I loro nomi non vengono diffusi, ci si limita a indicare i comuni di residenza. E a esprimere parole di cordoglio.

Si scopre così che sono cinque i lucani presenti nella raffineria dell’Eni vicino al capoluogo toscano. Sono tutti “trasfertisti” – come vengono in genere definiti -, tutti dipendenti dell’azienda Sergen (gruppo Dandrea), con sede a Grumento Nova, che si occupa di manutenzioni.
Per due di loro, non ci sarebbero conseguenze. Impegnati in attività d’ufficio e distanti dall’area dell’esplosione, sarebbero rimasti illesi. Diversa la situazione per gli altri tre dipendenti della Sergen, a quanto pare impegnati proprio nell’area dell’impianto del centro Eni quando si è verificata l’esplosione e il conseguente incendio.
Uno di loro, rimasto gravemente ferito, sarebbe stato trasportato in codice rosso al Centro grandi ustionati di Cisanello di Pisa. L’operaio, residente a Villa d’Agri, nel comune di Marsicovetere, avrebbe riportato gravi ustioni su tutto il corpo.
Degli altri due operai, entrambi di 45 anni, purtroppo, non si hanno notizie precise. Uno sarebbe originario di Cirigliano, nel Materano. L’altro, nato in Germania, sarebbe residente a Sasso di Castalda. Sono due dei lavoratori che figuranno nella lista che comprende le cinque persone che mancano all’appello, a quanto pare tutte impegnate vicino alle autocisterne.

Gli altri tre lavoratori di cui non si hanno notizie sarebbero un 57enne originario di Catania, un operaio di Napoli di 62anni, un operaio originario della provincia di Novara di 49 anni.
In Basilicata, quella di ieri, è stata una giornata angosciante, trascorsa a fare i conti con notizie frammentarie e ufficiose. Ore terribili per i familiari dei lavoratori lucani. Solo alcuni, purtroppo, sono riusciti a parlare con i propri congiunti. Gli altri hanno trascorso la giornata cercando disperatamente di ricevere notizie dal capoluogo toscano, attraverso notizie da telesioni e siti dei giornali e rimanendo in stretto contatto con le autorità preposte.
Continui i contatti anche dei responsabili dell’azienda Sergen sia con i referenti del centro Eni per avere notizie sulle condizioni dei propri dipendenti, sia con i familiari dei lavoratori, ai quali hanno espresso vicinanza cercando di infondere speranza.

Mobilitati anche diversi amministratori locali, soprattutto quelli dei centri di residenza dei lavoratori rimasti coinvolti nell’esplosione e nel devastante rogo. Come, per esempio, il sindaco di Marsicovetere, Marzo Zipparri, comune di residente dell’operaio rimasto gravemente ustionato.
«Nel vasto incendio di oggi a Calenzano, ci sono purtroppo feriti nell’incidente anche nostri concittadini -ha affermato il primo cittadino -. Le notizie le stiamo apprendendo in stretto contatto con il Centro operativo comunale del Comune di Calenzano. Sono ore di grande apprensione per quello che è successo. Il primo pensiero va alle vittime, ai feriti e ai loro familiari – ha aggiunto Zipparri -. L’amministrazione comunale di Marsicovetere segue gli aggiornamenti sulla salute dei nostri concittadini che attualmente sono ricoverati negli ospedali di Careggi e Pisa».

Le ricerche dei dispersi nell’esplosione, intanto, sono sospese nella serata di ieri e riprenderanno oggi all’alba. Secondo quanto si apprende, il motivo è legato alle complessità dell’intervento nell’area interessata dalla esplosione: la deflagrazione molto potente – il boato avvertito fino a Pistoia – con un incendio durato per circa due ore. La Procura di Prato ha anche nominato tre consulenti che sovrintenderanno alle operazioni di ricerca.
Quella di domani, mercoledì 11 dicembre, sarà una giornata di lutto regionale in Toscana per le vittime dell’esplosione avvenuta nel deposito carburanti Eni. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Eugenio Giani, al termine della riunione odierna di giunta.

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