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Ex tabacchificio: immondezzaio di rifiuti vari misti ad amianto

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Migranti, il vertice in Regione sull’accoglienza dei lavoratori stagionali; dopo l’ex Tabacchificio del Vulture si cercano strutture simili. Alla riunione presenti solo 3 sindaci su 35 invitati


Nella sala Inguscio della Regione Basilicata ci sono quasi cento posti a sedere. Troppi per la riunione di ieri sull’accoglienza dei lavoratori stagionali, quando si sono presentati i rappresentanti di soli tre Municipi: Palazzo San Gervasio, Venosa e Cirigliano.

VERTICE IN REGIONE: PRESENTI 3 SINDACI SU 35. NUMEROSE LE ASSOCIAZIONI

Il direttore dell’ufficio per le Autonomie locali e la sicurezza integrata, Michele Busciolano, aveva invitato 35 sindaci, cioè quelli dei Comuni interessati – chi più chi meno – alla questione: Atella, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Pescopagano, Rapolla, Rapone, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Fele, Venosa per l’ambito socio territoriale del Vulture Alto Bradano; Accettura, Aliano, Cirigliano, Colobraro, Craco, Gorgoglione, Montalbano Jonico, Nova Siri, Pisticci, Rotondella, San Giorgio Lucano, San Mauro Forte, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi, Valsinni per l’ambito socio territoriale del Metapontino.

Erano di più gli esponenti delle associazioni che in queste settimane stanno cercando di dipanare la matassa, ossia la rete per le politiche migratorie costituita da Arci, Lucaniaworld, Adan, cooperativa sociale La Mimosa e Filef. C’erano anche altre due associazioni. Della rete ha fatto parte finora anche la Cgil, che era stata presente agli incontri con il prefetto di Potenza, Michele Campanaro, ma non è stata invitata alla riunione di ieri pomeriggio.
La certezza da cui partire è che l’ex Tabacchificio – ossia il capannone che è utilizzato da nove anni per l’accoglienza dei migranti che arrivano nelle campagne del Vulture Alto Bradano verso metà agosto per la raccolta del pomodoro – non sarà aperto.

IL SOPRALLUOGO DELLA REGIONE BASILICATA ALL’EX TABACCHIFICIO DEL VULTURE PER L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI

Un sopralluogo della Regione Basilicata – come avevano spiegato avantieri dall’ente – ha accertato la presenza di un immondezzaio di rifiuti vari (lasciati da abusivi l’anno scorso) misti ad amianto.
In realtà si tratta di una sorta di discarica che non interessa la struttura nuova, ma Regione e prefettura insieme hanno deciso che per quest’anno anche il capannone di più recente fattura non possa essere utilizzato prima di una totale bonifica dell’intera area.
Dunque, si apre uno scenario di grande emergenza: non essendo stato ancora predisposto nulla per l’accoglienza, bisogna trovare luoghi adatti entro pochi giorni.

PUBBLICATO IL BANDO PER L’UTILIZZO DI ALLOGGI PRIVATI

Prima ancora, da parte della Regione Basilicata è stato ripubblicato il bando per risolvere in maniera più organica il problema mediante l’uso di alloggi privati. In parole povere, un affitto temporaneo di appartamenti. Il primo bando è stato snobbato: nessuno ha presentato un’offerta, nonostante la dotazione finanziaria di 1.164.100 euro.
Si spera da parte degli uffici regionali che questo secondo bando possa avere più fortuna: è la soluzione con cui l’ente regionale guarda al futuro.
Perché il nuovo bando possa incontrare il successo sperato e la ricognizione di alloggi disponibili non segua tempi biblici è stato chiesto alle associazioni della rete di costituirsi in una sorta di Ats, un’Associazione temporanea di scopo, che s’interfacci con gli uffici della Regione.

SI CERCANO STRUTTURE SIMILI ALL’EX TABACCHIFICIO DEL VULTURE PER L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI IN ARRIVO

Nel frattempo, bisogna provvedere tempestivamente a ospitare chi arriverà a breve. Ed ecco l’idea: trovare strutture che abbiano caratteristiche simili al capannone dell’ex Tabacchificio – considerando che un’unica struttura uguale è molto difficile da rintracciare – e allestirle con estrema prontezza.
Pare che qualche idea sugli impianti da sfruttare sia già balenata in mente ai sindaci presenti ieri sera. Ma bisognerà valutare caso per caso vagliando la situazione igienica, quella strutturale, calcolando gli spazi, soppesando i collegamenti con le campagne in cui si dovrà lavorare.
E ricordarsi che i servizi che potevano essere ospitati in un unico posto a Palazzo San Gervasio (la cucina, i bagni, l’ambulatorio, il dormitorio, il centro per l’impiego, i trasporti da e per i campi) adesso dovranno essere moltiplicati per il numero di strutture decentrate. Insomma, più problemi da risolvere.

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