la diga del Pertusillo
3 minuti per la letturaMATERA – Ad agosto si lanciava l’allarme per la carenza di acqua nei due principali invasi della Basilicata, ovvero le dighe di Monte Cotugno e Pertusillo, oggi l’acqua è troppa rispetto alla loro capienza effettiva, quindi si riversa in mare.
È il paradosso tutto lucano, causato dalla mancata o assente manutenzione degli invasi, che ne limita fortemente la capienza. Quindi, quando l’acqua non c’è l’agricoltura ed il potabile soffrono per la siccità; quando, invece, c’è in abbondanza, si deve buttare. Gli ultimi due mesi di abbondanti piogge, hanno prodotto un incremento dei livelli e dei volumi di acqua invasati. Livelli ben al di sotto delle effettive capacità di accumulo.
Pertusillo e Monte Cotugno hanno una capacità di accumulo che rappresenta i 3/4 della quantità di acqua accumulata in regione pari ad oltre 500 milioni di metri cubi. In particolare, al Pertusillo, che a dicembre ha raddoppiato il suo volume con un incremento medio giornaliero (al netto dei prelievi) di circa 1,5 milioni di metri cubi/giorno, raggiungendo quasi il volume massimo autorizzato, da oltre un mese non si è più in grado di accumulare acqua per raggiunto limite imposto. A Monte Cotugno, con un incremento medio giornaliero di circa 1,8 milioni di mc/giorno, che nel mese di gennaio è salito ad una media di circa 4 mmc/giorno e nell’ultima settimana a circa 5 mmc/giorno, nell’arco di qualche giorno sarà raggiunto anche lì il limite imposto, quindi tutta l’acqua andrà a mare.
A denunciare questa situazione paradossale, è anche Cia-Agricoltori Basilica, «evidenziando -dice il presidente Cia Matera Giuseppe Stasi- che essa ha conseguenze dirette sull’irrigazione delle aziende agricole che hanno più bisogno di acqua, come accade purtroppo da sempre nel Metapontino. Proprio la situazione strutturale dei due invasi maggiori che da tempo sono sottoposti ad alcune rigide prescrizioni da parte dall’Ufficio Dighe (Rid) che prevedono rigide limitazioni circa i livelli massimi d’invasamento, fanno registrare una situazione surreale. Facciamo riferimento –spiegano i dirigenti Cia Stasi e Persiani di Policoro- a quanto da più parti ci segnalano e si registra nelle ultime settimane, nelle quali per effetto delle prescrizioni che sono legittime ma non più giustificabili riguardo la tenuta strutturale delle due dighe in questione.
Di fatti oggi registriamo una singolare situazione in quanto da diverse settimane si procede a manovre di scarico e al rilascio di consistenti quantitativi di acqua (si parla di decine e decine di milioni di mc) a mare, che potrebbero essere risorsa preziosi e vitale per tutti gli usi plurimi a partire dal potabile ma soprattutto per l’irriguo che molto spesso deve fare i conti visto anche i cambiamenti climatici di poter contare su sistemi di accumulo efficienti e al massimo della loro possibilità di invasamento tenuto conto che non sempre è possibile in modo puntuale pianificare e programmare i piani colturali e solo con un sistema di accumulo efficiente è possibile sopperire alle varie tante imprevedibilità comprese il governo della risorsa che crea problemi sia quando ve ne è poca se quanto ve ne è molta.
Diventa perciò necessari la realizzazione di un sistema di interscambio di acque tra gli invasi così da poter soccorrere in periodi di emergenza invasi non sufficienti. Pertanto –aggiungono Stasi e Persiani- è necessario dare corso rapidamente ai lavori da tempo programmati e necessari su tutto il sistema di invasi della nostra regione ed in particolare su Pertusillo e Montecotugno senza ulteriori indugi e tentennamenti pena altri momenti di difficoltà e disagi che si aggiungono a situazioni di per se già complessi e difficili».
La Cia-Agricoltori rilancia infine la proposta di istituire in Regione il Tavolo tecnico per le Opere irrigue. Obiettivi prioritari: garantire i processi produttivi stagionali e gestire al meglio lo stato attuale dei fabbisogni plurimi a partire dal potabile a seguire quello irriguo ed gli altri usi, partendo dagli interventi di efficientamento urgenti e improcrastinabili; riposizionare l’intera partita della risorsa idrica, degli invasi e del sistema di approvvigionamento/vettoriamento in una logica integrata e interconnessa.
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