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Bardi rinviato a giudizio insieme ad altri membri della ex Giunta nell’ambito del processo nato dall’inchiesta “Mala politica lucana”. Assolto anche il dg del San Carlo, Giuseppe Spera
POTENZA – Assolti il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, l’ex capo dell’ufficio legislativo del governatore Vito Bardi, Antonio Ferrara, e l’imprenditore Antonello Canonico, che avevano optato per il rito abbreviato. Rinviati a giudizio per presunte pressioni per far dimettere il precedente dg del San Carlo, Massimo Barresi, lo stesso Bardi e 4 dei componenti della sua prima giunta regionale. Vale a dire: il senatore FdI Gianni Rosa, l’attuale assessore regionale alle Attività produttive Franco Cupparo (FI), e gli attuali consiglieri regionali Rocco Leone, sempre FdI, e Francesco Fanelli (Lega). Più l’ex sindaca di Lagonegro Maria Di Lascio, l’ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e altri per presunte corruttele legate alle elezioni del 2020 nel centro valnocino.
BARDI RINVIATO A GIUDIZIO E LE RICHIESTE DI CONDANNA RESPINTE DAL GUP
È questo il verdetto pronunciato ieri sera, venerdì 8 novembre 2024, dal gup Francesco Valente nell’ambito del processo nato dall’inchiesta sulla “mala politica lucana”. Con un totale di 19 rinviati a giudizio che dovranno presentarsi il prossimo 20 gennaio davanti al collegio “A” del Tribunale di Potenza per l’inizio del dibattimento su 13 capi d’accusa residui.
Il gup ha respinto le richieste di condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per Spera, e a un anno e 4 mesi per Canonico avanzate in mattinata dal pm Vincenzo Montemurro. Mentre per Ferrara lo stesso Montemurro aveva fatto marcia indietro chiedendo l’assoluzione.
Soddisfazione per la sentenza espressa dai difensori del dg del San Carlo, Savino Murro e Maurizio Spera, che hanno parlato della fine di una grave sofferenza per il loro assistito, raggiunto persino dal divieto di dimora a Potenza, poi annullato dal Tribunale del riesame. Il tutto per accuse che sarebbero state fondate su «fatti a lui non noti e comportamenti di altri dei quali era all’oscurità».
IL FILONE ELETTORALE DELL’INCHIESTA NATA DALLE DENUNCE DI BARRESI
Spera era rimasto implicato nel filone “elettorale” dell’inchiesta nata dalle denunce di Barresi e di un altro superteste dell’accusa, l’ex segretario particolare di Bardi, su un presunto gruppo di potere deviato annidato ai vertici della Regione. Gruppo che avrebbe voluto speculare, in particolare, sulla costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro.
Rispetto a questo filone “originario”, però, il gup ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Bardi e Leone per un’ipotesi di tentata induzione indebita in concorso con Ferrara (assolto col rito abbreviato, ndr). Per le presunte pressioni su un avvocato della Regione, perché ammorbidisse la sua linea difensiva al Tar, rispetto al ricorso presentato da Spera contro la nomina di Barresi da parte della vecchia giunta di centrosinistra. Ricorso in seguito comunque accolto dai giudici amministrativi.
GUP PRENDE ATTO DELLA DEPENALIZZAZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO
Il gup ha preso anche atto della depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio contestato a Bardi, Leone, Cupparo, Fanelli e Rosa per una delibera con cui il direttore generale del Dipartimento sanità era stato incaricato di «dare istruzioni» agli avvocati della Regione sulla linea difensiva da adottare nel contenzioso al Tar tra Spera-Barresi.
Per tutti e 5, pertanto, è arrivato il non luogo a procedere per questa accusa, e il rinvio a giudizio solo per un’ulteriore contestazione di induzione indebita. Mentre Cupparo e Leone dovranno rispondere singolarmente, o in concorso con Piro e Di Lascio, di una serie di altre ipotesi di concussione e corruzione.
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