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Acquedotto Lucano ha già nominato il consulente anticorruzione. Si tratta del colonello dei carabinieri, Antonio Milone


POTENZA – Le corruttele scoperte dagli investigatori della squadra mobile di Potenza? Frutto di una consuetudine di scarsi controlli interni già archiviata, in tempi non sospetti, dopo l’insediamento dell’attuale amministratore, Alfonso Andretta. È questa la linea comunicata, ieri (3 novembre 2024), dai vertici di Acquedotto lucano spa, in seguito alle rivelazioni sull’inchiesta dei pm dei capoluogo. Con tanto di richieste di misure cautelari per 17 persone accusate a vario titolo di corruzione e turbativa d’asta.

IL PIANO TRIENNALE ANTICORRUZIONE DI ACQUEDOTTO LUCANO SPA

Al centro della difesa di via Grippo  c’è il Piano triennale anticorruzione e trasparenza adottato assieme a al cosiddetto “modello 231” al fine di «escludere o  limitare la responsabilità amministrativa derivante da uno dei reati citati nella norma e commessi da dipendenti a vantaggio o nell’interesse della stessa società». L’ultimo aggiornamento del piano triennale, infatti, risalirebbe a gennaio  di quest’anno. Nominato ad aprile un super consulente «a supporto del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct)». Vale a dire il colonnello in pensione dei Carabinieri, Antonio Milone, già comandante del reparto operativo dell’Arma di Potenza, noto per aver condotto alcune delle più importanti indagini contro i clan mafiosi lucani dell’ultimo ventennio.  

Alla base della decisione di arruolare Milone vi sarebbe stata proprio la volontà di «garantire l’efficacia delle misure anticorruzione adottate» e offrire il massimo supporto ai dirigenti delle varie aree di Acquedotto lucano spa su questioni di sicurezza interna e esterna e  nel trattamento dei dati personali. Ad agosto del 2024, inoltre, Al spa avrebbe anche provveduto  a una completa revisione del suo  “modello 231”, per adeguarsi  alle più recenti normative in materia di anticorruzione e ai rischi informatici.

I VERTICI DI AL: «PROTEGGERE PATRIMONIO E STAKEHOLDER DA OGNI FORMA DI ILLECITO»


 «Questo importante passo dimostra la volontà dell’azienda di proteggere il proprio patrimonio e quello dei propri stakeholder da ogni forma di illecito». Così al Quotidiano i vertici di Al spa, che evidenziano l’attenzione  di Andretta, appena confermato amministratore unico in attesa della nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione, per questi provvedimenti. Con l’obiettivo di posizionare Al spa «all’avanguardia nel panorama aziendale regionale e anche  nazionale rispetto a società per azioni che svolgono analoghe attività, dimostrando un forte senso di responsabilità sociale e un impegno costante nella promozione di una cultura della legalità».
L’inchiesta dei pm di Potenza  ha preso di mira  non solo le classiche mazzette, peraltro di ammontare non superiore alle 3mila euro e talvolta pagate con bonifico. Ma anche quadri, e treni di gomme per le auto dei funzionari amici.

IN 17 RISCHIANO MISURE CAUTELARI

A rischiare le misure cautelari chieste al gip dal pm Elena Mazzilli sono in 17:  Roberto Canadeo, potentino di 52 anni; Vito Ciminelli, anche lui potentino 48enne; il 62enne Mario Cirigliano di Castelsaraceno; il 65enne Alessadnro Floridia di Matera; il 53enne Giampietro Forastiere di Lagonegro; il 34enne Luca Forastiere di Polla; e il 72enne Romeo Forastiere di Latronico; il 59enne Michele Marottoli di Cancellara; il 58enne Sergio Ottone di Rossano in provincia di Cosenza; il 53enne Antonio Pansardi di Viggiano; il 54enne Gianrocco Papaleo di Maratea; il 60enne Raffale Pellettieri di Potenza; il 73enne Carmine Ramunno di Rionero; il 68enne Antonio Stigliano di Rotondella; e i due 49enni potentini Vito Soldo e Andrea Telesca.
Per loro gli interrogatori preventivi sono stati già fissati a partire da giovedì 7 novembre a venerdì 15. Poi spetterà al gip valutare se emettere o meno le misure cautelari richieste dal pm.

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