Vito Bardi e Giuseppe Postiglione. A destra la Regione Basilicata
4 minuti per la letturaIgnorate le interdittive antimafia nei confronti del gruppo editoriale potentino della famiglia Postiglione
POTENZA – Si ferma sulla soglia dei palazzi di via Verrastro il divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni previsto per le società sottoposte a interdittiva mafiosa. E’ questo il senso della risposta depositata nei giorni scorsi dagli uffici della Regione Basilicata all’interrogazione presentata dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Gianni Perrino, sul caso della società “gemella” della Agi srl del gruppo editoriale potentino della famiglia Postiglione. La stessa Agi srl di Potenza che agli inizi di marzo è stata raggiunta da una seconda interdittiva antimafia (LEGGI), in 3 anni, della prefettura del capoluogo.
A replicare al consigliere pentastellato è stato Michele Busciolano, capo di gabinetto della giunta regionale guidata dal governatore Vito Bardi.
In una comunicazione indirizzata al parlamentino lucano, infatti, Busciolano ha spiegato di essere ancora in attesa dei chiarimenti dell’Azienda sanitaria di Matera sulla commessa da 38mila euro affidata alla Agi srl di Teramo dell’imprenditore potentino Vincenzo Calabrese. Ma ha aggiunto di aver interrogato i vari dipartimenti regionali sull’esistenza di affidamenti alla medesima società, e ha allegato l’unica risposta positiva ricevuta al riguardo, da parte del direttore generale del Dipartimento Agricoltura, Emilia Piemontese.
Il 15 dicembre dell’anno scorso, infatti, dalla direzione del dipartimento sarebbero stato ripartiti circa 190mila euro stanziati dalla giunta nell’ambito di un piano di “agromarketing”, ovvero di promozione dei prodotti agricoli lucani. E in questo ambito tra i beneficiari delle commesse pubblicitarie sarebbe stata individuata anche la Agi srl di Teramo, assieme altri editori di radio, tv, e carta stampata locali e non. Inclusa la storica Radio Potenza Centrale del gruppo Postiglione.
Piemontese sottolinea che «la fornitura del servizio non è ancora stata conclusa ed alcun corrispettivo è stato ancora corrisposto». Ma si spinge anche oltre, sostenendo che «la presunta interdittiva antimafia che avrebbe colpito il gruppo editoriale, alla quale Agi srl è per ipotesi riconducibile, non pregiudica l’affidamento di contratti a quest’ultima».
In altri termini, secondo la dirigente regionale, l’interdittiva spiccata nei confronti della Agi srl di Potenza, a causa delle relazioni pericolose del patron Giuseppe Postiglione, non estenderebbe i suoi effetti, a partire dal divieto di contrattazione con la pubblica amministrazione, nei confronti della “gemella” Agi srl di Teramo. Nonostante l’evidente collegamento tra le due testimoniato dall’incarico conferito da Calabrese a Postiglione per il deposito dell’ultimo bilancio.
A riprova di quanto sostenuto Piemontese cita una sentenza di febbraio del Consiglio di stato, dalla quale si evincerebbe la possibilità della «prosecuzione» dei contratti con la pubblica amministrazione «da parte dell’impresa destinataria della misura». Più un parere dell’Autorità nazionale anticorruzione del 2015.
La prima, tuttavia, fa riferimento a una società ammessa a controllo giudiziario dopo essere stata sottoposta a interdittiva. Mentre il secondo si riferisce ai raggruppamenti di imprese aprendo a dei «temperamenti» del divieto di contrattazione,«in considerazione del fatto che tale provvedimento (l’interdittiva, ndr) potrebbe colpire solo uno degli operatori riuniti e non anche l’intero raggruppamento».
Nel caso della Agi srl di Potenza e di Teramo, invece, non risulta in essere alcun tipo di controllo giudiziario, né la formalizzazione dell’esistenza di un raggruppamento di imprese. La dirigente regionale menziona, poi, il Codice degli appalti, che stabilisce che «se l’interdittiva colpisce l’impresa mandataria nel corso di esecuzione del contratto la stazione appaltante può, in alternativa all’esercizio della facoltà di recesso, proseguire il rapporto di appalto con altro operatore economico: che sia costituito mandatario nei modi normativamente previsti, purché abbia i requisiti di qualificazione necessari».
Infine il Codice antimafia per cui si possono stipulare contratti di appalto anche in assenza di comunicazioni sull’esistenza, o meno, di interdittive, «previa acquisizioni dell’autocertificazione da parte dell’aggiudicatario», e «prevedendo riel contratto apposita condizione risolutiva nel caso in cui dovesse: emergere una comunicazione interdittiva a carico di quest’ultimo».
«Stando a tali pronunciamenti – conclude Piemontese – l’affidamento ad Agi srl è avvenuta nel rispetto delle norme».
Niente di stabilito, insomma, né rispetto all’opportunità di un recesso dall’affidamento, né di una prosecuzione del contratto con un mandatario.
Oltre alla commessa ancora “aperta” alla Agi srl di Teramo arrivata dal dipartimento Agricoltura, guidato ad interim da ottobre del 2022 a maggio 2023, un pagamento per un ulteriore affidamento pubblicitario da 2.600 euro era andato alla Agi srl di Potenza risulta emesso, a gennaio, da parte degli «uffici di diretta collaborazione del presidente della giunta regionale».
Nel 2022, invece, erano state 3 le commesse pubblicitarie della Regione Basilicata pagate alla Agi srl di Teramo, dal dipartimento Ambiente, del valore un 20mila euro. Altre 3 per 12mila euro di valore, invece, erano state affidate alla Agi srl di Potenza dal Dipartimento attività produttive. Una sola, invece, la commessa regionale pagata alla Agi srl di Teramo nel 2021, da 740 euro. Contro le 4 da circa 20mila euro a favore della “gemella” potentina.
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