Una delle foto della cerimonia e dei festeggiamenti pubblicate sul profilo Fb di Domenico Riviezzi
2 minuti per la letturaPOTENZA – I confetti del capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Gianuario Aliandro, al più giovane dei fratelli Riviezzi, Domenico, tornato in carcere martedì mattina con l’accusa di associazione mafiosa.
C’è anche l’ospitata al matrimonio del giovane esponente del Carroccio lucano tra le ultime “guapperie” di uno degli uomini di punta del clan dei pignolesi.
A ostentare la partecipazione ai festeggiamenti in Val d’Agri, lo scorso 20 settembre, è stato lo stesso Domenico Riviezzi, condividendo, sul suo profilo Facebook, diverse immagini dell’uscita degli sposi dalla chiesa, e del pranzo in una sala ricevimenti di Moliterno. Più un autoscatto in cui è ritratto assieme a un uomo seduto al tavolo con lui. Immagini che spiccano, e non poco, in una galleria ricca di scene di lavoro nei boschi sulle montagne che sovrastano Pignola, cavalli, muli, e mezzi meccanici alle prese con cataste di legna da portare a valle.
Contattato dal Quotidiano del Sud, il 34enne Aliandro, che non risulta iscritto sul registro degli indagati della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, si è mostrato sorpreso dall’improvvisa pubblicità, un mese e mezzo dopo la nomina a capogruppo del partito di maggioranza relativa del parlamentino lucano. Un’investitura inattesa, propiziata dal passaggio del suo predecessore, Tommaso Coviello, in Fratelli d’Italia, e da un’altra inchiesta venuta alla luce agli inizi di novembre.
All’epoca, infatti, nel mirino dell’Antimafia lucana era finito proprio il “predestinato” per la successione a Coviello, Pasquale Cariello, per un’ipotesi di abuso d’ufficio legata ai permessi concessi dal Comune di Scanzano Jonico, in seguito sciolto per infiltrazioni mafiose, per il concerto di un neomelodico caro ai maggiorenti del clan guidato dall’ex carabiniere Gerardo Schettino.
«E’ un parente di mia moglie». Ha spiegato Aliandro.
«Anzi, per la precisione, sua moglie è una cugina di mia moglie». Ha aggiunto il giovane consigliere regionale di Paterno, entrato in Consiglio regionale da secondo dei non eletti alle consultazioni del 2019, in sostituzione di Donatella Merra, nominata assessore ai Trasporti. «Per questo sono stati invitati al matrimonio, con la suocera e gli altri parenti di sua moglie, che fanno parte della famiglia della sposa».
Il capogruppo della Lega Basilicata ha poi tenuto a precisare di non aver avuto altri contatti con Riviezzi prima del matrimonio, e nei mesi successivi, fino a oggi.
«L’ho conosciuto in quell’occasione e poi non l’ho più visto. Ma né io né mia moglie conoscevamo le vicende giudiziarie, perché non frequentiamo Pignola. Viviamo da tutt’altra parte. Poi sono uscite sui giornali le notizie sugli arresti e lei mi ha detto che era proprio il cugino. Allora ho immaginato che sarebbe potuto uscire il mio nome. E infatti così è stato. Solo non mi ricordavo che avessimo fatto delle foto assieme».
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