Il palazzo della regione Basilciata
3 minuti per la letturaPOTENZA – La tanto contestata selezione per il nuovo coordinatore dell’ufficio legale della Regione ormai è chiusa da novembre. Ma dal momento che il bilancio 2021 di via Verrastro ancora non c’è, slitta a data da definirsi l’insediamento del suo vincitore. Vale a dire l’ex consigliera regionale Pd, Adeltina Salierno.
E’ quanto disposto venerdì dalla giunta guidata dal governatore Vito Bardi, che ha anche affidato le funzioni di coordinamento, «transitoriamente», al «più giovane d’età» tra i legali in forza all’avvocatura regionale, Anna Possidente.
Con l’impegno ad avviare una rotazione trimestrale nell’incarico con i suoi colleghi più anziani. Un incarico particolarmente ambito anche per i risvolti economici legati all’ “indennità di toga” riconosciuta agli avvocati della Regione, oltre al normale stipendio fisso, in base al valore delle cause trattate, che vengono assegnate proprio dal coordinatore dell’ufficio. Quali siano le reali intenzioni del generale e dei suoi assessori si comprenderà nelle prossime settimane, quando dovrebbe arrivare in Consiglio il bilancio tanto atteso. Approvato quello, infatti, dovrebbero cadere anche i vincoli assunzionali previsti per le amministrazioni in esercizio provvisorio.
L’attesa, però, è anche per quello che deciderà il Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal secondo classificato nella selezione per l’incarico triennale di coordinatore dell’ufficio legale, già costata circa 5mila euro tra compensi ai commissari e spese varie. Vale a dire quel Valerio Di Giacomo, dipendente a tempo pieno della Regione, che sul finire della scorsa legislatura pareva destinato ad assumere la guida dell’ufficio. Salvo poi subire la brusca inversione di marcia impressa dalla nuova maggioranza che ha deciso di allargare la selezione ai professionisti “esterni” in servizio in altre amministrazioni pubbliche. Di qui l’arrivo di Salierno, in forza all’ufficio legale dell’Azienda sanitaria di Potenza, che ha sbaragliato la concorrenza degli “interni”, sia nella valutazione dei titoli che del colloquio.
Contro quella valutazione della commissione, all’inizio dell’anno, Di Giacomo ha già presentato ricorso al Tar, contestando la mancata esclusione di Salierno sulla scorta di una presunta irregolarità nell’autodichiarazione sui carichi giudiziari. A suo avviso, infatti, l’ex consigliera regionale avrebbe dovuto indicare l’esistenza del processo a carico suo e di una trentina di membri attuali ed ex del parlamentino lucano. Benché molto lontano dalla definizione.
Di diverso avviso, invece, il Tar, che a febbraio ha bocciato la sua richiesta di una sospensiva della graduatoria della selezione, oltre che della delibera con cui la giunta regionale, a gennaio, ha assegnato a un altro avvocato, Donato Del Corso, l’incarico di dirigente del Dipartimento presidenza, dal quale dipende l’ufficio legale.
«La controinteressata – evidenziano i giudici amministrativi in merito alla questione sui carichi giudiziari da dichiarare – in data 10 marzo 2020 ha proposto un apposito quesito, riscontrato dalla Regione Basilicata con specifica risposta, pubblicata nella sezione bandi e avvisi del sito internet regionale».
Dunque, a «una sommaria delibazione», è stato legittimo concedere a Salierno di partecipare, e vincere, la selezione. Ma per raffreddare gli animi non è bastata neanche questa pronuncia.
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