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Una stazione delle Fal a Potenza

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POTENZA – Mentre il presidente Bardi, in rappresentanza della Regione, incontra i ministri romani per chiedere nuovi fondi, ci sono ancora le ditte di trasporto locale che attendono una sua firma per sperare di riuscire a salvare le loro attività e la serenità dei dipendenti.
Ma poiché la Regione è latitante sul fronte dei pagamenti da da tanti anni, il rischio che l’Ente si ritrovi l’ufficiale giudiziario al portone d’ingresso si fa sempre più concreto.

Una Regione che, su questo fronte, non si dimostra molto virtuosa, anzi. E la conferma arriva anche dalle Ferrovie Appulo-lucane che firmano regolarmente con la Regione Basilicata un contratto di servizio.
L’ultimo contratto firmato prevedeva, tra l’altro, anche un rinnovo del materiale rotabile ferroviario. Peccato che poi, quando si tratta di pagare, la Regione non risponda.

«Siamo una società partecipata dello Stato – spiega l’avvocato delle Fal, Viviana Fox – e per questo cerchiamo di evitare di arrivare alle ingiunzioni di pagamento. Purtroppo però, con la Regione Basilicata ci siamo più volte trovati nelle condizioni di dover presentare diffide. Ormai avanziamo svariati milioni di euro, è una situazione che si trascina da anni e anni. Nei fatti non vengono trasferiti, come dovrebbe essere, i soldi previsti dal Fondo nazionale trasporti. Anche in Puglia noi firmiamo, come succede con la Basilicata, un contratto di servizio. Ma mentre la Regione Puglia paga regolarmente, la Basilicata non rispetta mai le scadenze. Ma non è una cosa recente, questa situazione va avanti da anni. Noi presentiamo le diffide, sporadicamente pagano qualcosa ma non si può davvero dire che rispettino il contratto di servizio».

Ai mancati pagamenti del trasporto su rotaia, si aggiunge la situazione ormai drammatica in cui versano le aziende del trasporto su gomma.
Ricordiamo che le ditte – che si riuniscono nel consorzio Cotrab – stanno lavorando senza contratto, in base alle ordinanze di Bardi che, in tal modo, garantisce che il servizio pubblico non venga meno. Il contratto è scaduto a giugno scorso.

Questo praticamente significa che le ditte non possono – come fatto in passato – portare in banca il contratto e, in base a quello, chiedere un’anticipazione del credito. Qualche settimana fa la Regione ha pagato qualche piccolo arretrato: una goccia in mezzo al mare che, però, ha permesso di pagare alcune mensilità arretrate ai dipendenti. Ma ora siamo di nuovo a fine mese e la situazione non sembra sbloccarsi. A quanto sembra mancherebbe ancora qualche documento dalle Province perché si possa discutere e deliberare sulla questione in giunta. Un particolare che racconta ancora una volta di come la burocrazia rallenti lo sviluppo di questa terra.

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Alice Possidente

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