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Si torna a scuola il 16 settembre in Basilicata, i lucani tra gli ultimi a tornare fra i banchi. Previste per quest’anno nuove regole. Ecco quali sono


Anche per gli studenti della Basilicata valgono le parole di Gianni Rodari nella “Filastrocca dei dodici mesi”, quando riguardo a settembre scriveva «scolaro prepara la cartella!». Un imperativo che vale anche per gli studenti della Basilicata che torneranno a riascoltare la prima campanella dell’anno scolastico 2024/25 dal 16 settembre (fine scuola il 7 giugno 2025). L’apertura dei cancelli varia da regione a regione e i primi studenti che entreranno in classe sono quelli di Bolzano, il 5 settembre seguiti dai ragazzi del Trentino, il 9 settembre. E di seguito l’11 settembre entreranno in classe i ragazzi di Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e il 12 settembre quelli di Campania, Lombardia, Sardegna e Sicilia. Infine gli studenti di tutte le altre regioni entreranno il 16 settembre e si tratta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana.

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E per la gioia degli studenti, grandi e piccoli, il calendario scolastico – oltre al ritorno a scuola a settembre per la Basilicata e non solo – prevede anche dei giorni di vacanza prestabiliti come il primo novembre Ognissanti, 8 dicembre l’Immacolata, poi dal 23 dicembre al 6 gennaio le vacanze natalizie, dal 17 al 21 aprile le vacanze di Pasqua, e ancora il 25 aprile Festa della Liberazione, il primo maggio Festa del Lavoro e il 2 giugno Festa della Repubblica.
Arrivando al 2 giugno, si avvicina anche la fine della scuola, quello che forse interessa di più agli studenti, e nella maggior parte delle regioni le scuole finiscono il 7 giugno, con qualche eccezione, a seconda delle decisioni delle autorità scolastiche locali e di eventuali cambiamenti al calendario scolastico nazionale. E’ previsto che l’Emilia Romagna chiuda i cancelli delle scuole il 6 giugno, la Liguria, la Toscana e la Valle d’Aosta il 10, il Trentino il 12 giugno.

Quest’anno sono previste alcune novità, alcune modifiche delle regole sono già state approvate in via definitiva, per altre, a partire da quelle sul voto in condotta, manca ancora il via libera finale del Parlamento, che dovrebbe però arrivare nei prossimi giorni. Quali sono? Il divieto dello smartphone in classe: sarà sempre vietato utilizzarli, anche a scopo didattico. Il divieto sarà valido per tutti gli alunni fino alla scuola media, fatta eccezione per casi particolari come possono essere quelli di studenti con disabilità e disturbi dell’apprendimento. E poi i docenti tutor e orientatori anche alle medie: hanno debuttato lo scorso anno ed erano solo per licei e istituti professionali.

E ancora, il voto in condotta, una riforma che ancora non è stata approvata in maniera definitiva dal Parlamento e che prevede per le superiori una valutazione pari a 6 equivarrà a un debito in educazione civica, con relativo esame obbligatorio da sostenere al rientro della pausa estiva. Con il 5 si è bocciati. Al voto in condotta e anche alla lotta al bullismo e alle aggressioni a scuola sono legate le sospensioni: per periodi di allontanamento fino a 2 giorni, lo studente dovrà partecipare ad attività di riflessione sui motivi e sulle conseguenze del gesto che lo ha portato a essere sospeso. Poi dovrà discuterne in un elaborato. Per sospensioni più lunghe è previsto che gli alunni partecipino ad attività di cittadinanza solidale in strutture convenzionate.

Poi nuove sanzioni per chi aggredirà qualsiasi membro del personale scolastico. Si prevede una multa da 500 euro a 10mila euro, oltre al risarcimento del danno alla persona. Per tenere sotto controllo episodi simili nasce anche l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. E infine, è già diventata legge la riforma dell’istruzione tecnico-professionale, che introduce il modello della filiera del 4+2. Invece dei 5 anni canonici, il percorso si esaurirà in 4 anni, a cui eventualmente affiancarne altri 2 negli ITS Academy. Istituiti poi i campus, che collegano l’offerta didattica degli Istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale. In generale, si prevede così una maggiore interazione con il mondo del lavoro.

E dovrebbero partire proprio a settembre le nuove attività di sostegno agli studenti stranieri, da tenersi in orario extra-curricolare. Dall’anno scolastico 2025/2026 ci sarà poi un insegnante di italiano nelle classi dove i neoarrivati ammonteranno almeno al 20% del totale degli alunni.

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