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La droga sequestrata ieri mattina durante il blitz

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POTENZA – Avrebbero venduto droga nel loro negozio di ortofrutta, accettando anche pagamenti con la carta del reddito di cittadinanza. Con un minimo rincaro per recuperare le commissioni bancarie e le tasse per la transazione camuffato da acquisto di verdure.
E’ solo un dettaglio di quanto emerso dall’inchiesta che ieri mattina ha portato in carcere sette persone di Palazzo San Gervasio accusate di traffico di stupefacenti.

Destinatari del decreto di fermo emesso dai pm del capoluogo sono stati i fratelli Fabio (33) e Umberto (38) De Nigris, del padre Giuseppe (65), della moglie di Fabio, Marika Castriotti (30), e del loro dipendente Paquale Di Benedetto (30). Mentre altre due persone, Nicoletta Loviso (36), e Antonio Soldano (30) sono stati arrestati in flagranza durante le perquisizioni disposte in contemporanea all’esecuzione delle misure cautelari su una dozzina di persone, considerate vicine ai De Nigris ma indagate a piede libero.

In un’immobile a disposizione dei coniugi Loviso – Soldano, infatti, sono saltati fuori «circa tre chili» di cocaina e «circa 6,5 chili» di marijuana oltre a 15.600 euro in contanti. D’altronde proprio la scoperta di un recente acquisto di “materia prima” da parte del gruppo era stato alla base della decisione degli inquirenti di procedere con un fermo senza attendere i tempi della richiesta di una misura cautelare e della scrittura dell’ordinanza concessa.

Stando a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Acerenza, coordinati dal pm Vincenzo Montemurro, quella che ruotava attorno al negozio di ortofrutta dei fratelli De Nigris sarebbe stata una vera e propria associazione a delinquere dedita allo spaccio «ogni mese» di circa «2 chilogrammi di cocaina» e «4 chilogrammi di marijuana», che venivano acquistate utilizzando «canali pugliesi». Droga con cui gli indagati sarebero riusciti a garantirsi «un introito annuo di circa 900mila euro».

Gli inquirenti hanno individuato nel fratello minore, Fabio De nigris, il «gestore della “cassa” del gruppo, che dirigeva e coordinava le attività dei compartecipi mantenendo i contatti con altri gruppi dell’area pugliese per l’approvvigionamento di grosse quantità di stupefacente».
Quanto all’attività di spaccio vera e propria le telecamere piazzate nel negozio di ortofrutta dei De Nigris hanno documentato in maniera oltremodo ampia la preparazione delle dosi, pesate e confezionate una a una, che avveniva al suo interno, su un tavolino nascosto dalle cassette di verdure impilate una sull’altra.

Ed è proprio lì che si presentavano alcuni dei consumatori delle sostanze smerciate, spacciandosi per normali clienti. Mentre altri preferivano incontri in campagna. Così, monitorando quegli scambi al bancone, i militari si sono accorti che talvolta venivano impiegate anche carta elettroniche per il pagamento. Quindi hanno fermato alcuni dei compratori e hanno avuto la conferma dell’acquisto simulato di generi alimentari con la carta dove era stato addebitato loro il reddito di cittadinanza.

Durante le indagini, stando a quanto riferito dagli inquirenti in una nota diffusa ieri mattina, sarebbero stati 7 gli arresti già effettuati, oltre agli ultimi, col sequestro di circa 140 grammi di cocaina.

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