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Anticipato di 10 giorni (dal 1° luglio al 20 giugno) il periodo di «massima pericolosità»: la giunta chiede mezzi adeguati al Governo, che però ha richiamato le 6 Regioni in ritardo

POTENZA – Nella regione che ha sete e brucia, è tutto nelle mani dei cittadini e del loro buonsenso: la Regione si limita a ratificare il divieto di «tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge regionale» n. 13 del 2005, promettendo sanzioni.

Ma gli ultimi episodi hanno dimostrato che oltre al civismo servirebbe qualche mezzo aereo che attualmente manca. Senza dover invocare la presenza di Canadair il cui costo orario – secondo stime del Dipartimento della Protezione civile di oltre 5 anni fa – si aggira attorno ai 14mila euro, la Basilicata incassa l’indisponibilità, per il primo anno, dell’elicottero dedicato su cui ha potuto contare l’anno scorso. Una  menomazione che rappresenta un’assoluta anomalia, nel territorio lucano, «forse unico in Italia – come ha notato nei giorni scorsi l’assessore regionale Luca Braia – per il rapporto pari a un terzo della superficie boscata».

La richiesta di elicotteri antincendio al ministro dell’Interno Minniti e al sottosegretario Bocci resta pendente, ma alcuni giorni fa da Roma è arrivato il richiamo alle tante Regioni ancora in ritardo nella stipula delle convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio. Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha criticato la “pigrizia” di alcune Regioni nel mettersi al passo con «una profonda riorganizzazione a tutti i livelli» (in primis la ristrutturazione delle competenze con l’assorbimento del Corpo forestale in altre amministrazioni): «Non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio, soprattutto con queste temperature così elevate già oggi», ha detto, non prima di mettere sul banco degli accusati le Regioni in ritardo; la Basilicata – con Sicilia, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria – ha infatti dichiarato «di non avere disponibile alcun mezzo aereo per intervenire, laddove ce ne fosse bisogno, sugli incendi boschivi particolarmente impegnativi». 

La campagna antincendio boschivo 2017 è iniziata da pochi giorni e martedì scorso il premier Gentiloni, ha inviato le tradizionali Raccomandazioni alle Regioni per un più efficace contrasto.  La Basilicata, il giorno dopo, nel tavolo tecnico del Dipartimento Agricoltura con la Protezione Civile regionale ha anzitutto anticipato la campagna antincendio al 20 giugno (la legge stabilisce il periodo di massima pericolosità dal 1° luglio al 15 settembre) «anche a fronte dell’andamento meteorologico che vede un bassissimo tasso di piovosità negli ultimi mesi e un aumento repentino delle temperature».

IL PIANO In attesa dell’elicottero dedicato che nel 2016 la Regione  aveva in dotazione grazie a una «convenzione onerosa» (il costo stimato di un mezzo simile può andare dai 3mila ai 5mila euro del velivolo della Marina militare o della Capitaneria di Porto), la Regione ha varato il piano che partirà oggi: 6 squadre operative sull’intero territorio regionale (di cui una in presidio aggiuntivo dei Vigili del Fuoco a Maratea), potenziamento nell’organizzazione della platea dei forestali dell’Antincendio boschivo dell’area Programma Lagonegrese-Pollino ma anche le attività di avvistamento con 3 velivoli ultraleggeri da posizionare strategicamente nelle zone più sensibili di Maratea, Melfi e Matera. Sul territorio opereranno circa 45 mezzi attrezzati con la collaborazione di circa 200 volontari delle associazioni di protezione civile convenzionati.

L’APPELLO «Nell’anno di transizione del modello di governance nazionale che vede l’attribuzione delle competenze del non più esistente Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri per le attività di prevenzione e controllo e ai Vigili del Fuoco per le attività di lotta attiva agli incendi», la Regione ha rivolto un appello all’Arma e ai pompieri invocando «il massimo dell’impegno per una maggiore capillarità e incisività delle azioni di prevenzione e controllo affinché le attività di tipo doloso possano essere immediatamente individuate e perseguite».

I NUMERI 2016 I risultati della campagna 2016 vedono la Regione Basilicata tra le più virtuose in Italia nella prevenzione e nel controllo con un abbattimento del numero di incendi regionale da 842 nel 2015 per la provincia di Potenza a soli 45 nel 2016 e da 550 per la Provincia di Matera a soli 26, sempre nel 2016.  

COS’È CAMBIATO  I compiti di lotta agli incendi boschivi sono sotto la responsabilità delle Regioni: i vigili del fuoco vi concorrono solo dal 2017 avendo ereditato i compiti del soppresso CFS senza però un correlato sufficiente numero di uomini e questo mette, tenuto conto dei 3mila pompieri che gia mancavano dall’organico, mette in crisi anche il sistema di spegnimento a terra, non solo aereo. Molte regioni inoltre non hanno valorizzato questa attività dei vigili del fuoco e non hanno ancora stipulato le convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio o lo hanno fatto in modo insufficiente. Ne discende che in alcune regioni la coperta è corta e quando i vigili del fuoco sono impegnati negli incendi boschivi si rischia di non poter garantire le attività di soccorso pubblico urgente. Un quadro variegato a fronte di un rischio incendi diffuso su tutto il territorio e alimentato dal gran caldo, che necessita di soluzioni politiche e linee di indirizzo univoche: la denuncia è arrivata da Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei Vigili del Fuoco, a  margine  delle indicazioni in materia di incendi boschivi fornite alle Regioni da parte del capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio. «Non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio, soprattutto con queste temperature così elevate già oggi», ha detto Curcio, non prima di mettere sul banco degli imputati le 6 Regioni in ritardo. Tra queste, purtroppo, c’era anche la Basilicata.

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