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Sono 3 i presunti gruppi criminali dediti al traffico di stupefacenti sgominati dai carabinieri di Taranto nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Dda di Lecce che ha portato all’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 8 ai domiciliari
TARANTO – Sono tre i presunti gruppi criminali dediti al traffico di droga sgominati dai carabinieri di Taranto nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Dda di Lecce che ha portato all’esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare: dieci in carcere e otto ai domiciliari. La base operativa era al quartiere Paolo VI di Taranto. Le misure restrittive sono state firmate dal gip del Tribunale di Lecce Antonia Martalò su richiesta del sostituto procuratore Alessio Coccioli. I tre sodalizi, secondo l’accusa, gestivano un lucroso giro di cocaina, marijuana (anche della qualità ‘amnesia’ a elevatissimo principio attivo), eroina ed hascisc acquistati da Napoli (quartiere Scampia) e Bari (quartiere Japigia). Lo stupefacente veniva immesso sulla piazza del rione tarantino Paolo VI, da cui si fornivano numerosi consumatori provenienti dall’intera provincia, dal Brindisino e dalla Basilicata. Il denaro ricavato veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure minori, quali custodi, corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio, questi ultimi retribuiti con 50 euro al giorno. Il primo gruppo sarebbe stato diretto ed organizzato da Leonardo Ciaccia, 42enne sorvegliato speciale, con precedenti per associazione mafiosa, omicidio, stupefacenti e armi; Nicola Fago, detto Nico, 40enne, e dall’incensurato Ciro Boccasini, 53enne.
La droga veniva acquistata a Scampia da Franco Caianiello, 36enne, e Assunta Edma Esposito, detta Susy, 40enne, ritenuti dagli inquirenti contigui al clan camorristico Abete. Nell’ambito di questo sodalizio, Angelo Fago, 36enne fratello di Nico, è accusato di essere responsabile dell’attività di spaccio sulla piazza tarantina, con base logistica in un circolo ricreativo da lui gestito insieme al fratello in via XXV aprile. Un secondo gruppo si sarebbe formato dopo la scoperta di ammanchi di droga e denaro. Ciro Boccasini avrebbe realizzato la scissione associandosi al pregiudicato Pasquale De Leonardo, detto Lello, 43enne, con precedenti per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed associazione mafiosa. Il terzo gruppo dedito allo spaccio di cocaina è capeggiato dallo stesso Pasquale De Leonardo, e dal suocero Cosimo Resta, 60enne; a Massimiliano Cocciolo, 41enne e allo stesso Boccasini. La droga veniva acquistata dal quartiere Japigia di Bari, roccaforte storica del clan Parisi-Palermiti, tramite Domenico Milella, detto Mimmo, di 36 anni.
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