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POTENZA – Soldi da Potenza per i carcerati del locale di ‘ndrangheta di Cutro. Grazie all’intermediazione di un ingegnere di Catanzaro.
E’ quello di cui parla il presunto boss Nicolino Grande Aracri, alias “mano di gomma”, in una delle intercettazioni trascritte nell’ordinanza eseguita lunedì mattina dall’antimafia di Catanzaro nei confronti di 16 persone.
L’audio, captato proprio nell’abitazione di Grande Aracri, è dell’11 settembre del 2012, ed evidenzia i nuovi interessi della mala calabrese nel capoluogo lucano. Un vorticoso giro di denaro al centro anche delle ultime inchieste della Dda di Potenza, che hanno tratteggiato l’alleanza tra alcuni storici esponenti della mala lucana e i nuovi padrini d’oltrepollino. Con l’intento di gestire il pizzo sugli appalti più ricchi della regione.
Assieme a quella del presunto boss, accusato di associazione mafiosa, una serie di estorsioni e omicidio, si sente la voce di un altro dei presunti affiliati del locale di Cutro, Romolo Virilillo.
Secondo gli inquirenti della Dda calabrese Virilillo avrebbe riscosso denaro a Potenza a nome del presunto boss mentre questo era in carcere. D’accordo col fratello Ernesto Grande Aracri. Soltanto che una volta tornato in libertà “mano di gomma” si sarebbe accorto subito di un ammanco di 2 milioni di euro dalla «cassa comune» e gli avrebbe chiesto conto di tutto. Inclusi i soldi in arrivo dal capoluogo lucano.
«Nicolino Grande Aracri si dimostra alquanto adirato». Annota il gip che ha firmato l’ordinanza.
«Su quale titolo li vai a raccogliere a Potenza… dimmi una cosa…» Domanda un terzo uomo presente alla conversazione che i carabinieri non sono riusciti a identificare.
«E’ venuto quello di Catanzaro, quell’ingegnere di Catanzaro e mi ha detto “voi qua dovevate ritirare 250mila euro».
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