X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

MATERA – No. Proprio ancora non ci si sono abituati i materani alla celebrità. A quella della città, intendo, non a quella di cantanti e conduttori arrivati insieme alla carovana Rai della trasmissione della notte di Capodanno “L’anno che verrà”. Sì, perchè se così fosse, la caccia al selfie non sarebbe lo “sport” invernale più praticato dall’abitante culturale, in questi ultimi scampoli di 2015 e  i vip arrivati nella città Capitale europea della Cultura 2019 potrebbero passeggiare beati, confusi tra la folla di turisti e curiosi  arrivati a frotte anche dalla provincia per la “storica” occasione. Da giorni, invece,  pare sia scoppiata una sindrome analoga a quella da scatto ai piedi dell’Albero della vita durante l’Expo di Milano. Non c’è bacheca di Facebook che si rispetti senza almeno una foto del megapalco di Raiuno. Lo step successivo è accaparrarsi almeno uno scatto con uno dei protagonisti de “L’anno che verrà”.

E  meno male che i tre conduttori scelti da Raiuno per traghettare il popolo della tv nel 2016 sono tutti “a portata di selfie”, sennò sarebbe una catastrofe. Dopo le lamentazioni per il palco d’intralcio al rituale struscio lungo piazza Vittorio Veneto, sarebbero già partiti gli anatemi contro i vip troppo vip. E, invece, con grande disponibilità Amadeus, Claudio Lippi e il “nostro” Rocco Papaleo non negano un autografo o l’immancabile selfie a nessuno.

Per tutti dispensano sorrisi e strette di mano, anche lontano dalle prove. Tra i più “selfati”, oltre ai tre conduttori, anche Massimo Lopez e Silvia Salemi. E se le ragazzine sono più attratte da Davide e gli altri Amici di Maria, le mamme preferiscono decisamente Francesco Renga, il meno “abbordabile” , in verità, insieme a Venditti e al sempre verde Renzo Arbore.

Il menù pensato da mamma Rai  è davvero per tutti i gusti. E così basta un selfie sotto braccio ad Amadeus o a Lippi per scordarsi delle “care” Tari e Tasi o, peggio ancora dei 400 concittadini di Datacontact che rischiano di cominciare il 2016 senza lavoro, e trasformare d’un botto (a Capodanno ci sta) i fischi in applausi a “papà” Marcello Pittella che ha gentilmente offerto ai lucani cotanta grazia. A prescindere dai guai, che pure ci sono, adesso è qui la festa. Abbuffiamoci di selfie che al conto da pagare penseremo… L’anno che verrà.

m.agata@luedi.it

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE