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NON HA fine la querelle Datacontact.
Da un lato l’azienda pronta a difendere il lavoro svolto negli ultimi anni e dall’altro il committente Telecom che conferma la sua posizione “apertura a trovare una soluzione per difendere i lavoratori verificando l’esistenza di imprenditori che possano garantire il servizio, la commessa Datacontact si conclude il 31 di dicembre”.
La sintesi di una posizione, non ufficiale, ma che trapela a chiare lettere in queste ultime ore e che conferma di fatto la posizione già espressa nel corso del vertice in Prefettura di lunedì scorso.
«Ci si batterà, in tutte le sedi e con il supporto, già concretamente manifestato, delle istituzioni locali e nazionali e di tutte le rappresentanze sindacali, per non depauperare questo patrimonio intangibile di grande valore e che non può essere svenduto» è uno invece dei passaggi del comunicato della Datacontact che sottolinea invece come il tavolo in Prefettura: «non è stato sufficiente a contenere il grido di allarme lanciato con la richiesta di apertura del tavolo di crisi.
Il rischio concreto che l’interruzione della commessa Telecom Italia, condotta con brillanti risultati quali-quantitativi in undici anni di servizio, possa compromettere il complessivo equilibrio organizzativo dell’azienda, che occupa tra Basilicata e Puglia oltre 1.300 unità, non consente di abbassare la guarda e giammai di considerare chiusa la vicenda». Insomma posizioni che sembrano e restano lontane, l’azienda che si dice pronta a dialogare, a salvaguardare i lavoratori, a valutare proposte che dovessero arrivare da imprenditori e dal territorio ma che confermerebbe allo stesso tempo che “non c’è stata alcuna interruzione di rapporto con la Datacontact ma che al 31 dicembre il contratto scade e non ci sono novità sulle scelte da fare». In sostanza i tre mesi di proroga serviranno, almeno stando alle posizioni in campo, a Telecom per valutare il da farsi e decidere cosa fare.
Nel mezzo di una vicenda che non sembra avere una soluzione a portata di mano ma una sostanziale lontananza di posizioni ci sono ovviamente i lavoratori preoccupazione principale sia di Datacontact sia di Telecom ma che rischiano di fatto di essere le principali “vittime” di questa particolare situazione.
E a conferma che le incertezze sulla vicenda restano e le risposte non sono state soddisfacenti, non solo per Datacontact, arriva anche la posizione delle tre sigle sindacali che si dichiarano esplicitamente «insoddisfatti dell’esito interlocutorio dell’incontro sulla vertenza Datacontact, benché lo stesso sia stato utile per definire il terreno preliminare a individuare le soluzioni che dovranno salvaguardare l’intera platea dei circa 400 lavoratori». Questo è quanto dichiara la delegazione di Cgil Cisl e Uil di Basilicata, unitamente alle rispettive federazioni di categoria dei servizi e delle telecomunicazioni.
“Non si può dire – dichiarano i sindacati – che la chiarezza sia stato l’elemento che ha contraddistinto il tavolo tenuto ieri in prefettura per la questione relativa al mancato rinnovo della commessa Telecom su cui lavorano 400 lavoratori della sede Datacontact di Matera che rischiano la perdita del posto di lavoro.
Telecom ha infatti espresso posizioni ambigue e contraddittorie con dichiarazioni contrastanti tra quanto dichiarato dai referenti territoriali presenti al tavolo e il responsabile nazionale delle relazioni industriali, Onofrio Capogrosso, che ha partecipato in teleconferenza. Solo dopo le durissime prese di posizione dei sindacati confederali, della Regione Basilicata e dello stesso Prefetto, l’azienda ha dichiarato di concedere a Datacontact una proroga di tre mesi necessaria al subentro di un nuovo imprenditore che rileverà la commessa. È stata inoltre accolta la richiesta, espressa come punto prioritario da Cgil Cisl Uil, che la commessa resti su Matera e che l’impresa subentrante garantisca l’applicazione del Ccnl e il rispetto delle relazioni sindacali dei diritti dei lavoratori». «Resta la preoccupazione per la dichiarazione fatta solo ieri da Telecom della previsione di un calo dei volumi di lavoro, in quanto parte degli stessi sarebbero stati ricollocati su altre aziende fornitrici di Telecom per lo stesso servizio. Come sindacati abbiamo dichiarato irresponsabile e scorretto l’atteggiamento di Telecom che, nel corso di una trattativa, ha spostato pezzi importanti di lavoro, sottraendoli al call center di Matera e mettendo cosi a repentaglio i posti di lavoro.
È stato, pertanto, chiesto l’immediato rientro di tutti i volumi. Ribadita, inoltre, l’importanza della convocazione urgentissima del tavolo richiesto al Mise, al fine di fare chiarezza definitiva sui volumi di lavoro e ribadire che l’imprenditore subentrante abbia determinate caratteristiche qualitative, oltre che per discutere del rischio, dichiarato da Datacontact, di tenuta dell’azienda».
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