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AVETE presente la scena in cui Massimo Troisi, con la sua acuta e amara ironia risponde a chi, nel viaggio da Napoli a Firenze, continua a chiedergli se sia un emigrante? Si chiama “Scusate il ritardo” il libro nato dalla collaborazione tra Gianni Pittella e Amedeo Lepore, e forse non è solo un caso se il titolo sia lo stesso di uno dei film del compianto artista napoletano che ha fatto della meridionalità il suo punto di forza.
In entrambi i casi si tratta di rovesciare un luogo comune: se Gaetano (il personaggio di “Ricomincio” da tre) non vuole essere etichettato nello stereotipo del giovani del Sud perennemente in cerca di fortuna nelle città del Nord Italia, quello raccontato da Pittella e Lepore non è più un Mezzogiorno chiuso a contemplare i suoi difetti, ma punto cruciale per gli sviluppi storici della vasta area di cui costituisce il centro.
Il punto di partenza è proprio questo: un rovesciamento di prospettiva, per un Sud cuore dell’Europa e del Mediterraneo.
Si terrà domani a Lauria, alle ore 17, nella sala Cardinal Brancati di piazza Sanseverino, la presentazione del libro che porta il sottotitolo “Una proposta per il Mezzogiorno d’Europa” (Donzelli editore), la cui premessa è stata curata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Si compone di undici progetti strategici coordinati da Claudio Cipollini.
E frutto dell’esperienze diverse ma entrambe impegnative del presidente del gruppo Pse al Parlamento europeo e dello storico economico e meridionalista, attualmente assessore nella Giunta De Luca, in Campania.
Un volume che arriva in un momento molto delicato nel dibattito sul Mezzogiorno. Una “ferita” riaperta dalle anticipazione del rapporto Svimez della scorsa estate. A cui è seguito l’annuncio da parte del premier di un Piano per il Sud che, nella parte che vede coinvolte le Regioni, si sta concretizzando proprio in questi giorni.
“Si può colmare il ritardo del Sud? Si possono concepire i suoi problemi in termini di concreta ricerca delle soluzioni?”, chiedono gli autori.
“O si deve pensare al divario come a una irremissibile condanna?”. “Dopo decenni di discussioni stanche e ripetitive, declinatesi via via in tono minore, cui ha corrisposto una sostanziale paralisi nella elaborazione di progetti e iniziative, il dibattito sulle condizioni del nostro Mezzogiorno sta assumendo auspicabilmente, in questa fase, caratteri più concreti.
Alle storiche contrapposizioni tra meridionalismo classico e neo meridionalismo, o tra intervento «dall’alto» e intervento «dal basso», sembra possibile sostituire una visione di sintesi più operativa. Si tratta di indicare i filoni fondamentali di un disegno di sviluppo che riguardi quelle dotazioni economiche e civili di cui il Sud ha più che mai bisogno”.
Al centro del lavoro c’è l’idea di una «convergenza attiva» del Mezzogiorno nel contesto nazionale ed europeo.
Una convergenza che richiede, da parte dei meridionali, sangue e passione, e soprattutto la capacità di guidare il proprio percorso di riscatto. Al governo nazionale e alle istituzioni europee s’impone d’altro canto il compito di garantire una strategia nazionale ed europea, partendo dalla consapevolezza che «se il Sud ha bisogno di buone politiche, non è meno vero che l’Italia e l’Europa hanno bisogno de l Sud».
Dopo avere avanzato una diagnosi complessiva della «questione», il libro propone anche un blocco di undici progetti, in grado di contribuire al disegno di una nuova frontiera meridionale.
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