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LAGONEGRO – I cittadini di Lagonegro e tutti i sindaci dell’Unione lucana del Lagonegrese intendono chiedere un incontro urgente al presidente della giunta regionale della Basilicata Marcello Pittella per conoscere il destino del nuovo ospedale unico per acuti. Auspicano che il Governatore convochi immediatamente un tavolo tecnico con i vertici della società concessionaria dei lavori e con tutti i soggetti interessati (comitati civici, sindacati, rappresentanti del comparto sanitario e associazioni dei pazienti) per mettere la parola fine ad una querelle che si trascina ormai da quasi vent’anni.
E’ questo l’esito dell’incontro convocato ieri pomeriggio nella sala consiliare del municipio di Lagonegro, che ha dimostrato quanto sia importante la questione della costruzione del nuovo ospedale per tutta l’area sud occidentale della Basilicata.
Infatti, l’assemblea pubblica indetta dal comitato civico pro ospedale (che si è costituito nel mese di novembre e ne ha affiancato un altro nato nel 1997 contro la paventata chiusura del vecchio nosocomio ) è stata molto partecipata e dibattuta ed ha visto la presenza di numerosi rappresentanti delle istituzioni locali e di tantissimi cittadini residenti nei comuni della valle del Noce.
Si è discusso a lungo, in qualche frangente anche un po’ animatamente a causa dell’esasperazione della popolazione, della costruzione del nosocomio specialistico che dovrebbe sorgere su un’area di 90.000 metri quadrati, immediatamente a ridosso del centro abitato di Lagonegro e in prossimità dello svincolo autostradale che dà accesso alla Salerno-Reggio Calabria. Un’opera del valore complessivo di più di 100 milioni di euro, già appaltata alla Società ospedaliera lucana in project financing e in parte finanziata con risorse statali e regionali. E alla cui realizzazione ormai, almeno a sentire le considerazioni di quelli che hanno preso la parola, non crede più nessuno o che, nella migliore delle ipotesi, «sarà estremamente complicata perché la Sol è una scatola vuota», ha sottolineato Rosario Schettini, uno degli attivisti del vecchio comitato.
Tutti hanno assicurato di voler evitare divisioni campanilistiche, strumentalizzazioni politiche e promesse elettorali; in tanti, significativamente anche tra i suoi oppositori, hanno invocato l’intervento risolutore del governatore, indicato come l’unico in grado di porre rimedio all’ennesimo intoppo: vale a dire la richiesta, da parte della Sol, di altri 24 milioni di euro per il via alla cantierizzazione, dopo che il rup Giuseppina Lovecchio ha provveduto alla validazione del progetto definitivo.
Qualcuno, come il rappresentante zonale della Cisl Nicola Labanca, non ha esitato a chiamare in causa direttamente il presidente della giunta, ricordandogli «le promesse fatte in campagna elettorale e gli impegni presi con i cittadini di Lagonegro. Il governatore aveva giurato che ci avrebbe messo la faccia – ha chiosato piccato Labanca – per adesso abbiamo sentito solo bugie e dell’ospedale ancora non c’è traccia».
Pittella, da parte sua, anche ieri ha ripetuto di seguire attentamente l’evolversi della vicenda attraverso un messaggio affidato alla segretaria locale del Pd Assunta Mitidieri, che si è detta «certa della realizzazione dell’opera, che sarà un grande successo per tutta la comunità. Dobbiamo fare squadra – ha spiegato – affidando ai comitati l’onere della proposta e ai sindaci il compito di interloquire con i vertici regionali».
Una soluzione potrebbe essere lo stralcio di parte dei lavori dall’opera complessiva da dare poi in subappalto, come ha suggerito il sindaco Domenico Mitidieri, poiché la legge impedisce lo stanziamento da parte della Regione di nuovi fondi che Vito Di Lascio ha proposto siano recuperati dalle royalties del petrolio.
«E’ necessaria una voce unica, però, perché questa è un’esigenza dell’intero territorio – ha concluso Gaetano Mitidieri, primo cittadino di Lauria e presidente della giunta dell’Unione dei comuni. Non possiamo più aspettare, l’ospedale si deve fare a Lagonegro e si deve fare subito».
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