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MANCANZA di laboratori, mancanza di strumentazione per poter avviare attività pratiche che contraddistinguono un istituto professionale, che accoglie un’utenza desiderosa di volersi aprire una strada nel settore della meccanica e della manutenzione.
E’ questa la situazione di enorme disagio che vivono gli studenti dell’Ipsia “L.da Vinci” di Matera, da quando la loro sede è stata chiusa, perché ritenuta inagibile e dove sono necessari lavori di manutenzione.
Stanchi di una situazione che si trascina da anni, gli studenti da qualche giorno sono tornati a farsi sentire, supportati dal dirigente scolastico dell’I.I.S “I. Morra – Ipsia “L.da Vinci” Rosaria Cancelliere, dai docenti e da tutto il personale, denunciando una situazione davvero inconcepibile.
Ospitati attualmente dall’Istituto agrario, i ragazzi non hanno a disposizione né laboratori, né una palestra per le attività sportive.
Ieri mattina, supportati anche da studenti di altri istituti di Matera, davanti alla sede centrale del “Morra”, hanno chiesto a gran voce di essere ascoltati, invitando le amministrazioni comunale e provinciale a dare loro risposte concrete e definitive.
“Abbiamo avuto nei giorni scorsi – ha spiegato il dirigente scolastico – un incontro con il Comune, durante il quale ci è stato riferito che sono necessari altri controlli alla struttura, ma che queste verifiche portano via tanto tempo.
La nostra proposta è stata quella di tornare momentaneamente all’istituto “Olivetti”, dove ci sono ancora alcune nostre attrezzature.
E’ necessario garantire ai ragazzi un minimo di attività laboratoriale, che non ci viene dato dall’istituto che attualmente ci ospita; i nostri studenti, inoltre, tenuto conto dell’alternanza scuola-lavoro, hanno bisogno di incontrare le imprese per rendere ancora più qualificante l’indirizzo scolastico che hanno scelto di seguire per la propria formazione professionale”.
Disagi non indifferenti, quindi, sopportati da anni e che non si possono più tollerare.
“Continueremo a manifestare – ha detto Emanuele Tralli della IV classe, manutenzione e assistenza tecnica – perchè devono darci la possibilità di fare attività pratiche nei laboratori; non possono ignorarci, perché lo studio è un nostro diritto e deve essere attuato nelle condizioni ideali”.
Dello stesso parere Alessandro Gallitelli, rappresentante di istituto, frequentante l’ultimo anno, che chiede almeno di tornare all’istituto Olivetti, dove si possono utilizzare i laboratori. «Voglio dire alle amministrazioni comunale e provinciale – ha detto lo studente – che, se la situazione non si sblocca, noi protesteremo almeno due o tre volte al mese, perché non possiamo più tollerare una situazione che ci penalizza tantissimo».
L’istituto d’istruzione superiore “Morra” non trova “pace”, perché anche la sede principale deve fare a meno di una parte, il cosiddetto blocco B, perché ritenuta inagibile.
«Anche qui, nella sede centrale- ha detto Ilenia Calia, della VB servizi socio-sanitari – abbiamo difficoltà, perchè c’è carenza di laboratori per le nostre attività.
A sostenere i ragazzi anche il corpo docente che si ritrova ad operare in condizioni sicuramente non ottimali.
«Non abbiamo a disposizione una palestra; – ha detto il professore di educazione fisica Erio Albanese – ci limitiamo solo a lezioni teoriche, quando si sa che l’attività fisica ha una grande importanza».
Si rende necessaria, quindi, una strategia immediata che porti ad una risoluzione di questi grandi disagi.
Lo ha evidenziato il professore Pasquale Smaldone, chiedendo di ricevere risposte concrete , in modo che la Provincia, che è l’ente che si occupa delle scuole, possa prendere decisioni nel più breve tempo possibile.
«E’ una situazione che va avanti da decenni – ha detto il professore Giuseppe Gargano – e non capisco, perché ad oggi il problema non è stato ancora risolto e perché non sono stati fatti gli adeguamenti necessari già negli anni passati. Gli studenti, i docenti e tutto il personale dell’istituto devono essere messi in grado di operare nelle migliori condizioni».
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