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POTENZA – Una mappa sentimentale. “La città svelata” è un felice esperimento di scrittura collettiva non nel senso della corrente di Wu Ming quanto piuttosto nel suo disegnare un autore unico formato dalle singolarità stilistiche presenti nella raccolta. Che dice tutto già nel suo sottotitolo: “Scartografie di emozioni tornate”. Quasi a rimarcare che alla scientificità del criterio cartografico si preferisce un approccio interiore e il meno possibile “scientifico”.
Il libro – edito dalla giovane e combattiva casa editrice potentina Universosud in questi giorni a Roma nell’importante vetrina della XIV edizione della fiera “Piùlibri Piùliberi” – è curato da Paolo Albano e raccoglie gli scritti di decine di potentini sulla loro città. Il risultato è un caleidoscopio che restituisce il capoluogo in una gamma di sfaccettature ognuna originalissima e suggestiva.
Tornando alla poetica del libro, della metodologia “geomorfologica” suggerita dal titolo resta un procedimento quasi di “carotaggio” cui ogni autore sembra ispirarsi: la stratificazione dei ricordi viene indagata e scavata alla ricerca di un segno da cui il ricordo può partire. Una scuola o un personaggio che non c’è più, un angolo della Potenza che fu da cui raccontare quella che è e sarà.
I luoghi, appunto. «I giorni dell’impazienza hanno mutato verso – scrive Albano nell’introduzione –. Anche i luoghi hanno mutato verso. Non erano più ad aspettare, ci venivano incontro. “Eccomi, scoprimi, eccomi, raccontami, eccomi, guardami da questo lato”. E quando Giuseppe mi ha detto “facciamocela raccontare com’era” ho scoperto che eravamo pronti. E la voce è girata, e i racconti sono qui dalla pagina dopo questo solo minuto che vi rubo per portarvi in questo lungo giro della città. Salite con noi fino all’ultima pietra che segna la sua altezza. Se è vero che la lettura sta ai piedi della vita, e i libri sono la camera del vento dove mettiamo alla prova il nostro pensiero e le idee che ci attraversano e dove impariamo l’indirizzo di dove andare… Se è vero, questo è un libro che serve a togliere le incrostature, a scartare quello che non è nostro per una città che si svela e si offre alla vista in una copertina piena di colori».
Piene di colore, a loro modo, anche le pagine di testo. Gli autori: Paolo Albano, Francesca Antonella Amodio, Rosanna Argento, Rosario Avigliano, Simona Bonito. Gianfranco Blasi, Marina Buoncristiano, Tonino Califano, Renato Cantore, Gaetano Cappelli, Rocco Catalano, Angelo Ciani, Tonino Colasurdo, Lorenza Colicigno, Dino De Angelis, Giampiero D’Ecclesiis, Maurizio De Fino, Katia de Frenza, Walter De Stradis, Gennaro Favale, Tanino Fierro, Cinzia Grenci, Maria Teresa Imbriani, Luca Lancieri, Ida Leone, Enza Lo Giudice, Oreste Lo Pomo, Sara Lorusso, Giuseppe Lupo, Vincenzo Martinelli , Giuseppe Melillo, Gianni Molinari, Antonio Nicastro, Silvio Perfetti, Rocco Pesarini, Angela Pignatari, Leonardo Pisani, Mario Restaino, Giuseppe Romaniello, Francesca Rosa, Carlo Rutigliano, Mimmo Sammartino, Amina Sansone, Diego Sileo, Don Vito Telesca , Giuseppe Tralli, Pina Vallo, Elena Vigilante.«Questa guida, la mappa di una città che si svela», si legge ancora nella quarta di copertina scritta da Albano con Giuseppe Melillo (sua l’idea del volume) e Amina Sansone, per i curatori è «una prova di mutualismo narrativo verso sfide comuni. Una prova di esorcismo comunitario contro l’ignavia, la rimozione del passato, il silenzio e il “tuttapostismo”. Decine di cittadini si sono messi alla prova e hanno raccontato la propria città, la città in cui vivono, il proprio microcosmo che è parte di un tutto. Non c’è stata valutazione di qualità né tantomeno classificazione di merito o di curriculum. Ognuno ha portato quello che ha».
«Questo cielo del sud mi tormenta – si legge nell’esergo firmato Andrè Gide – come una cornice di felicità impossibile». Buona lettura.
e.furia@luedi.it
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