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LAGONEGRO – La giunta comunale di Lagonegro ha demandato all’ufficio tecnico di pubblicizzare la procedura di vendita, mediante emissione di avviso per manifestazione di interesse, dell’immobile dell’ex Giudice di Pace sito in piazza IV novembre, in pieno centro cittadino. E, immediatamente, è scoppiata la polemica politica e la «delicata vicenda», come l’ha definita la consigliera di minoranza Maria Di Lascio, è divenuta argomento di dibattito tra i cittadini fornendo l’ennesimo spunto per un confronto che diventa sempre più agguerrito in vista delle campagna elettorale alle porte. La questione è complessa, tortuosa e resa ancora più sensibile dalla difficile situazione finanziaria dell’ente che, all’approssimarsi delle scadenze di bilancio, sembra intenzionato a fare cassa in tutti i modi possibili. Il palazzo del giudice di pace è uno degli immobili di proprietà comunale che la legge, attraverso il piano delle alienazioni, consente di vendere per far fronte all’esposizione debitoria dell’ente: l’edificio, con annesso terreno circostante, è stato oggetto nel 2013 di perizia dell’ufficio tecnico comunale, che ne ha stimato il valore intorno ai 600.000 euro. In seguito, dopo quattro tentativi di vendita mediante asta pubblica con esito negativo, l’amministrazione ha autorizzato la procedura a trattativa privata, ricevendo un’offerta che è stata rifiutata perché non ritenuta congrua. In data 9 giugno 2014 un privato ha acquistato il palazzo storico, salvo poi rinunciare immediatamente per ragioni inspiegabili; così, nel mese di ottobre dello stesso anno, il comune ha stabilito il trasferimento dell’immobile alla ditta Euroedil S.r.l. in luogo del pagamento del corrispettivo di 310.855,29, euro dovuto per la realizzazione di 160 loculi al cimitero: misura poi revocata nell’aprile 2015. Nel frattempo, reciproci scambi di accuse tra maggioranza e opposizione, consigli comunali straordinari, insinuazioni di favoritismi agli “amici degli amici” e finanche esposti all’Anac, l’autorità anticorruzione. Infine, sono pervenute due richieste d’acquisto: la prima, rifiutata, per un importo di 234.000 euro e la seconda, ritenuta valida e dunque accettata, del valore di 245.000 euro. Una somma che l’amministrazione vorrebbe provare ad aumentare, verificando la presenza di ulteriori soggetti interessati all’immobile attraverso la manifestazione di interesse, che è stata decisa all’unanimità nella seduta di giunta del 28 ottobre 2015 ma pubblicata soltanto il 2 dicembre scorso. Una tempistica che ha destato i sospetti della consigliera Di Lascio, nonostante le spiegazioni del sindaco Domenico Mitidieri il quale, ai nostri taccuini, parla di «un atto che favorisce l’informazione e la trasparenza e stimola la partecipazione all’attività amministrativa dell’ente; la delibera è scritta in italiano – chiosa piccato il sindaco – non capisco perché anche in questo caso Di Lascio si lamenti e di cosa». Presto detto: il capogruppo della civica “Per Lagonegro” pone due eccezioni di merito, la prima di natura tecnica, l’altra politica. Di Lascio contesta innanzitutto l’intervallo troppo breve per la scadenza dei termini dell’avviso, previsti per il prossimo 10 dicembre, che «non sono credibili perché non consentono di pubblicizzare adeguatamente la vendita del palazzo del giudice di pace. In questo modo, non si permette nemmeno all’opposizione di svolgere il suo ruolo di controllo, a fronte di un’ulteriore diminuzione del prezzo di vendita di circa 70.000 euro» precisa, annunciando la volontà di ricorrere alle vie legali per danno erariale. «Un tale comportamento distingue un’amministrazione sciatta, la nostra, da una virtuosa e, purtroppo, lascia ai cittadini di Lagonegro due quesiti irrisolti di estrema importanza – conclude Di Lascio: a chi giova questa mossa? Con chi si è accordato il sindaco e perché?».

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