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POTENZA – Da Viggiano a Corleto sotto il segno del petrolio e delle ricche commesse delle compagnie. Quindi i rapporti privilegiati. Infine le inchieste: giornalistiche e giudiziarie.
C’è un cognome che tiene assieme i due filoni principali della maxi-indagine della procura di Potenza sugli affari, più o meno sporchi, all’ombra delle trivelle: la gestione dei rifiuti del centro oli della Val d’Agri, e le commesse collegate al programma di estrazioni nella Valle del Sauro.
Si tratta di quello dei Criscuolo: una fiorente dinastia di imprenditori campani, che hanno trovato il loro Klondike in Basilicata. Proprio come dei novelli Paperon de’ Paperoni lanciati nella loro personale corsa all’oro.
Pasquale Criscuolo è tra gli imprenditori più dinamici del settore oil&gas lucano. Le cronache, anche quelle recenti, parlano dei suoi incarichi in Confindustria. Ma il Quotidiano lo aveva incontrato già 2 anni fa, quando il suo migliore biglietto da visita era ancora l’intervista pubblicata sul sito istituzionale dell’Eni.
«Un’impresa locale che ha saputo crescere e adattarsi alle richieste dei big player presenti sul territorio». Così la compagnia del cane a sei zampe presentava il 57enne a capo di una galassia di imprese operanti nel settore (F.lli Criscuolo, Criscuolo Eco-Petrol service, Consorzio Miva, Tesal, Outsourcing, Tecnologia & Ambiente, Cori). In breve: «la dimostrazione di come la programmazione e la lungimiranza imprenditoriale possano costituire il vero capitale a disposizione delle aziende che operano nell’indotto petrolifero».
Curiose le partecipazioni in alcune delle società del gruppo, dove all’epoca comparivano la moglie del direttore generale del dipartimento ambiente della Regione, quella del presidente nazionale di Assomineraria beni e servizi, e i figli del sindaco di Corleto e di un consigliere regionale del Pd.
Ma anche l’attualità ha i suoi “affari di famiglia”, dato che nei 37 indagati nel filone d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del centro oli di Viggiano, i Criscuolo sono due. La sorella di Pasquale, Carmela, e l’anziano Giuseppe.
La Criscuolo eco-petrol service srl si occupa di gestione e trasporto di rifiuti anche «in conto terzi». Questo il nesso con le indagini dei pm del capoluogo, che ipotizzano l’esistenza di un vero e proprio traffico illegale di reflui tossici in partenza dall’impianto Eni.
A Guardia Perticara, invece, Criscuolo significa il centro servizi realizzato da Pasquale con l’Outsourcing srl, assieme al figlio dell’ex primo cittadino di Corleto, Rosaria Vicino, e i Robortella: prima il figlio e poi il padre, l’attuale e l’ex consigliere regionale del Pd.
A ottobre dell’anno scorso il Quotidiano aveva raccontato l’arrivo degli agenti della mobile di Potenza nella prossima capitale petrolifera della Valle del Sauro, dove in questi mesi sta sorgendo il secondo centro oli lucano. Il sospetto era che commesse legate al programma di estrazioni di Total fossero state “pilotate” in cambio di posti di lavoro per amici e clienti.
Da allora è passata un’elezione e Rosaria Vicino guida l’opposizione in consiglio comunale. Ma dopo la notifica di alcuni avvisi di proroga delle indagini il clima è rimasto molto teso.
In Comune si sussurra persino di microspie scoperte nell’ufficio dell’ex sindaco, e la pioggia di avvisi di garanzia per le vicende della Val d’Agri non lascia presagire niente di buono.
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