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LAGONEGRO – L’amministrazione comunale di Lagonegro ha deciso di revocare alla Natural Park s.r.l. l’affidamento dei lavori di completamento dell’attrattore turistico “Parco Giada”. Si tratta di un parco per attività sportive e naturalistiche cui è annesso un giardino zoologico, che fu fondato negli anni Settanta del secolo scorso e che una volta (quando era consentito dalla legge e prima che andasse in rovina ) ospitava specie faunistiche rare e pregiate provenienti da ogni parte del mondo, inclusi leoni, cammelli, babbuini e scimpanzé. Dal 2013 la struttura, cui i lagonegresi sono molto legati e che in passato attraeva flussi consistenti di visitatori anche da fuori regione, è stata affidata in concessione alla Natural Park: un gruppo di imprenditori locali che si è occupato della manutenzione del centro e dell’acquisto di numerose attrezzature con capitali privati. Tuttavia, considerato il lungo lasso di tempo trascorso dalla delibera per l’affidamento alla concessionaria delle opere di sistemazione, messa in esercizio e definitiva riapertura dell’area del parco destinata ai felini, che ancora non sono state portate a termine, la giunta guidata dal sindaco Domenico Mitidieri ha deciso all’unanimità di annullare il relativo finanziamento di 111.468,79 euro stanziato con fondi Po Fers 2007-2013. Immediatamente il caso è divenuto una questione politica e, sui social, è stato consacrato quale argomento di discussione e di dibattito in vista della prossima competizione elettorale; con i vari interlocutori che hanno finito per buttarla “in rissa”, producendosi in attacchi personali e reciproche accuse di strumentalizzare la vicenda. Il primo a intervenire è stato il consigliere di minoranza iscritto al gruppo misto Giovanni Santarsenio, che di recente ha ufficializzato la sua canditura a sindaco nel 2016, il quale ha auspicato che si faccia immediatamente chiarezza sulle responsabilità di chi non ha vigilato debitamente dopo l’affidamento dei lavori. «Ci sono due anomalie evidenti – ha dichiarato Santarsenio ai nostri taccuini – una di natura logica e l’altra tecnica. Non mi spiego perché l’azienda che si è vista revocare l’appalto non si sia lamentata, né abbia pubblicato una nota ufficiale per mostrare il proprio risentimento e spiegare la propria posizione, quasi che sia d’accordo con la scelta della giunta. La seconda incongruenza riguarda l’amministrazione, che al solito fa proclami vacui in consiglio attribuendosi meriti che non ha come si è verificato sul Parco Giada, perché dalla data dell’affidamento dei lavori non esiste nessuna corrispondenza ufficiale con la ditta, né c’è stata da parte del comune alcuna attività di controllo. Il pericolo più grande – ha concluso il consigliere – è che questi fondi, che secondo la normativa comunitaria andrebbero spesi e rendicontati entro il 31 dicembre 2015, non siano utilizzati e vadano persi». Gli ha risposto a stretto giro di post su Facebook Francesco Piro, imprenditore vicino alla Natural Park e già assessore comunale ai lavori pubblici, annunciando contemporaneamente (e in anteprima per i lettori del Quotidiano ) la sua volontà di concorrere alle prossime elezioni, anche per la carica di primo cittadino. «Santarsenio parla di cose che non conosce per fare campagna elettorale su obiettivi sbagliati, illudendosi di poter governare questo paese – ha tuonato Piro. Il Parco Giada è un argomento complesso e delicato che si presta, come in questo caso, a demagogia e strumentalizzazione politica. Alla popolazione non servono interrogativi ma atti costruttivi per la risoluzione dei problemi: è l’intenzione che abbiamo con una cordata di imprenditori che ha deciso di impegnarsi alle prossime amministrative, anche fornendo il nostro sostegno e apprezzamento ad iniziative virtuose realizzate da privati cittadini».
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