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MATERA – Fra il Centro Sociale “Le Fucine” e l’Amministrazione comunale comincia il dialogo. Un passo in avanti significativo ed importante di cui si erano fatti promotori proprio i rappresentanti del Centro e che di fatto è stato accolto dall’Amministrazione comunale che ha dato disponibile ad un confronto.

Il risultato di questo nuovo confronto è il fatto che lo sgombero del Csoa “Le Fucine dell’Eco” nuovamente rinviato. Il lavoro di sensibilizzazione e comunicazione del collettivo Le Fucine sta portando qualche frutto. E lascia dunque aperta una possibile di valutare esattamente quello che è il lavoro svolto in questi anni all’interno del Centro.

Perché, intanto, era stato comunicato che oggi la Polizia locale avrebbe proceduto con “operazioni di presa in possesso dell’immobile con lo sgombero coatto dello stesso in esecuzione forzosa dell’ordinanza n. 319/2015 che prevede l’adempimento in atto dell’inadempiente”, premesso che “il Sindaco fornisce la propria disponibilità per un incontro successivo allo sgombero (…).”
E “lo sgombero prevede l’intervento di squadre di facchini, operai e operatori ecologici per la bonifica dei luoghi e l’interdizione di tutti gli accessi alla struttura” così come era stato già comunicato nel corso di una lettera lo scorso 26 novembre.

Ma grazie alla tenacia del gruppo, il collettivo del Csoa di piazzetta Garibaldi è riuscito a strappare una finestra di dialogo. Il 9 dicembre, infatti, è previsto il fatidico e tanto atteso incontro fra Fucine e sindaco De Ruggieri.

Prima, dunque, che lo sgombero si verifichi. “Il giorno 21 novembre – fanno sapere dalla pagina fb del Centro sociale – il Comando di Polizia Locale si accerta che l’immobile sia ancora occupato dai soggetti appartenenti a ‘codesto gruppo C.S.O.A’. Il 26 altra lettera di sgombero con data di esecuzione dello stesso al 3 di dicembre e disponibilità ad incontrarci dopo lo sgombero.
Che dire, probabilmente non siamo stati troppo convincenti nelle nostre proposte” (…) Le fucine dell’Eco – era inoltre spiegato – continuano a rivendicare la propria volontà ed esigenza di continuare a proporsi come spazio sociale di produzione artistica e culturale.

Si presenta come comunità informale che sulla scia dell’ex Asilo Filangeri di Napoli vuole che l’immobile sia riconosciuto realmente come ‘bene comune’ che attraverso la formula dell’autogestione e dell’autofinanziamento continui ad essere per e della comunità e non assegnato ad un soggetto privato.

L’atto di sgombero messo in atto dal Comune interromperebbe e porrebbe fine ai progetti presenti e futuri autogestiti dalla comunità stessa.” A sospensione, o almeno rinvio ulteriore dell’atto, adesso, a questo punto, ci s’augura che qualcosa d’importante sia cambiato.
Che una bella relazione possa invece nascere. Nei prossimi giorni si vedrà.
Il presente sembra prometter meglio del recente passato.

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