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POTENZA – Una presa d’atto del lavoro svolto dalla giunta precedente. Con un’unica riserva per ribadire che anche se si parla apertamente di maggiori estrazioni la Regione vuole ancora poter dire la sua al tavolo col Governo. Come promesso in Consiglio regionale.

E’ del 17 novembre la delibera della giunta regionale con cui Pittella e i suoi assessori hanno dato via libera al «protocollo d’intenti Regione Basilicata/Shell» e al relativo disciplinare.

Al centro c’è l’accordo sul gas gratis stipulato dai comuni della Val d’Agri con la compagnia del cane a sei zampe. Ma perché diventi esecutivo mancano ancora alcune firme, che a brevissimo, forse domani stesso, verranno apposte sui documenti. Servirà una seduta “ad hoc” del comitato paritetico istituito tra Eni e Regione, istituito con l’avvio delle estrazioni petrolifere in Basilicata, nel 1998.

Nella delibera si dà atto delle “linee guida” approvate dalla giunta guidata da Vito De Filippo poco prima del rinnovo del Consiglio regionale, ma anche delle indicazioni del Consiglio regionale, che il 4 dicembre scorso – assediato da studenti e militanti “no triv” – era stato molto chiaro.

“No” all’impugnativa di fronte alla Corte costituzionale dello “Sblocca Italia”, che ha riportato allo Stato le competenze in materia di energia allo Stato, nonostante il dettato della Costituzione. Ma a condizione che le prossime decisioni vengano concordate con la Regione, o almeno si provi a raggiungere un’intesa a riguardo.

«La Regione Basilicata e i comuni interessati – spiega il disciplinare appena approvato dalla giunta – hanno comunicato a Eni e Shell di ritenere che la destinazione agli usi sociali indicata nelle “linee guida” sia più efficacemente perseguibile privilegiando le necessità dei cittadini meno abbienti e favorendo progetti legati a migliorare l’efficienza energetica».

Quindi le risorse del “bonus gas” verranno destinate: «all’80% al sostegno della spesa per il consumo di gas naturale e gpl dei cittadini residenti nei paesi interessati»; e per «il rimanente 20% a copertura, anche parziale di progetti» di efficienza energetica «degli immobili delle famiglie residenti nei comuni interessati» e «per la realizzazione di opere pubbliche dei comuni interessati legate a progetti di efficienza energetica a favore di scuole, ospedali, centri anziani e altre strutture pubbliche a carattere sociale».
In realtà, il disciplinare spiega che più che un bonus sul modello della card benzina (ormai archiviata): «il costributo relativo a ciascun anno sarà destinato al rimborso (totale o parziale) della spesa sostenuta per il consumo di gas naturale e gpl dei cittadini dei comuni interessati nell’anno precedente».

Poi sarà cura di «ciascun comune interessato (in base alla propria quota di contributo)» gestire «dei bandi dei quali sarà data adeguata pubblicità con l’indicazione dei soggetti beneficiari, dei criteri di selezione, delle soglie e delle modalità di erogazione del rimborso e della documentazione da produrre, secondo criteri obiettivi e garantendo una procedura trasparente».
«In particolare – prosegue il disciplinare – criteri guida per l’accesso al rimborso potranno essere la condizione economica e/o la consistenza del nucleo familiare».

Stando alle prime stime si parla di 20 milioni di euro in 5 anni, per un rimborso non superiore ai 700 euro per famiglia, che per qualcuno potrebbe significare il dimezzamento della bolletta energetica.

Eni e Shell hanno ottenuto che «i bandi e le delibere emessi in esecuzione del disciplinare dovranno precisare che l’iniziativa è frutto degli accordi tra i comuni interessati e le società». Pubblicità che sarà a carico dell’amministrazione.
Mentre l’unico interlocutore sarà il Comune di Viggiano che riceverà il denaro su un suo conto corrente dedicato entro il 31 gennaio di ogni anno, a partire dal prossimo.
Le “linee guida” prevedevano già la sospensione delle erogazioni in caso di «ostacoli di natura amministrativa (…) e/o legislativa e/o giudiziale» interrompessero le attivià di Eni in Val d’Agri. Ma il disciplinare ha aggiunto: «tutti i casi di inadempimento da parte del Comune di Viggiano e degli altri comuni interessati degli obblighi di cui al disciplinare».
Ieri, intanto, al Centro oli della compagnia a sei zampe si è verificata l’ennesima fiammata anomala dalla fiaccola di sicurezza dell’impianto. Le ultime volte la Regione aveva provato a fare la voce grossa a riguardo, ma se la minaccia è quella uno stop, dopo l’accordo sul gas rischia di essere un’arma sempre più spuntata. 

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