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ALLA fine il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini non s’è presentato, disertando l’incontro “dei veleni”, a Matera, tra avvocati e magistrati. Ma stamattina è ancora atteso a Potenza per un saluto al quarto piano del Palazzo di giustizia. Mentre le polemiche di questi giorni rischiano di avere strascichi inattesi.
«Le dichiarazioni del senatore Petrocelli – negligentemente disinformato – mistificano fatti e vicende».
Ha replicato così al parlamentare 5 Stelle l’avvocato Nicola Buccico, già sindaco, senatore a sua volta e membro laico del Csm.
Petrocelli l’aveva chiamato in causa direttamente sollevando una serie di questioni sul fatto che sullo stesso palco salissero «chi deve giudicare con chi deve essere processato». Dato il saluto previsto del governatore Marcello Pittella e la presenza dei presidenti di Tribunale e Corte d’appello di Potenza, dove si sta svolgendo il processo in cui è imputato sui rimborsi spese del parlamentino lucano.
Il senatore 5 Stelle si era soffermato anche sull’avvocato Buccico, indicato tra i relatori su “comune cultura della giurisdizione e buone pratiche negli uffici giudiziari”.
«In contenziosi con la Regione Basilicata, un anno difende il governatore e un altro anno difende il padre, Domenico Pittella». Queste le parole di Petrocelli che hanno fatto scattare l’immediata reazione del legale, che assiste sì Marcello nella vicenda dei rimborsi, ma non ha mai difeso il padre senatore. Anzi.
«Ho già conferito ai miei difensori l’incarico di accertare – nelle competenti sedi – la realtà storica dei fatti e le conseguenti responsabilità». Spiega Buccico.
«Non posso, però, fare a meno di ricordare che nei lontani anni ’80 – il processo Moro-ter si concluse nel 1988! – ho assistito la Regione Basilicata, quale parte civile costituita nei confronti del senatore Pittella, padre del presidente Marcello Pittella dal quale sono stato officiato come difensore nel 2013».
Dunque l’opposto. Fermo restando che anche le questioni di opportunità invecchiano col passare degli anni, e una difesa giudiziale è un po’ come l’esercizio di un medico, obbligato a giurare di «curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno». Anche il più lontano per «ideologia politica».
Sul consesso materano tra avvocati e magistrati “benedetto” da Legnini, Petrocelli aveva annunciato un esposto assieme al vicepresidente “grillino” della commissione Antimafia, Luigi Gaetti, indirizzato al Csm e alla stessa commissione Antimafia.
Se la disdetta all’ultimo minuto del vicepresidente disinnescherà lo scontro si vedrà soltanto nelle prossime settimane. Certo “il caso Matera” potrebbe tornare a breve all’ordine del giorno. In particolare per quanto riguarda gli annosi contrasti tra la la procura dei Sassi e i colleghi dell’Antimafia. Tra gli atti della Camera è stata appena depositata l’interrogazione del deputato di Sinistra italiana Antonio Placido, che per primo – all’antivigilia dell’arrivo annunciato di Legnini – aveva riacceso i riflettori sul Tribunale materano. Placido chiede un’ispezione ministeriale e si schiera contro la conferma della procuratrice Celestina Gravina.
Se il vicepresidente del Csm pensava a una tranquilla passeggiata nei Sassi si è dovuto certamente ricredere.
l.amato@luedi.it
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