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POTENZA – L’ospedale voleva solo delle «targhette» per monitorare la dieta dei pazienti. Ma lui puntava all’estensione dell’appalto anche alla distribuzione delle colazioni. Se poi qualcuno si metteva di traverso provava a portarlo dalla sua parte, chiedendogli di fare «una leggera pressione» in direzione. Intanto traccheggiava sui problemi igienici nelle nuove sale operatorie, che avevano messo in allarme – giustamente – i sanitari.

Sapeva sempre come ottenere quello che voleva il responsabile potentino di Kuadra, la ditta che dal 2011 gestisce il mega appalto servizi del maggiore nosocomio lucano.

Si capisce bene nelle intercettazioni dell’inchiesta dei carabinieri per cui Giovanni Tancredi (47) è finito ai domiciliari, e Patrizia Vinci, responsabile dell’economato, è stata raggiunta dal divieto di dimora nel capoluogo.

Se con l’ex direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Tancredi si dava del tu (tanto che il gip parla di “benevolenza” del primo verso il secondo), la musica non sarebbe cambiata nemmeno dopo le sue dimissioni. Con la Vinci i rapporti erano distaccati, ci si dava addirittura del “voi”, ma Tancredi non esitava a metterla di fronte a quello che l’economo definisce «ricatti belli e buoni». Dimenticando, o fingendo di dimenticare, anche i “favori” ricevuti poco prima, tipo l’estensione dell’appalto al polo ospedaliero di Pescopagano.

Quindi se l’azienda chiedeva “x”, lui replicava chiedendo “y”. Col risultato che secondo la procura del capoluogo, alla fine della fiera, il vero “regista” degli atti compiuti gioco o forza dall’ammininistrazione era lui. E tutte le estensioni “fuori legge” ottenute hanno ampliato il valore dell’appalto di ben 3 milioni di euro.

«Turbativa nella scelta del contraente» è l’accusa che viene mossa a Tancredi, Vinci, e per alcuni dei capi d’imputazione anche all’ex dg Giampiero Maruggi, l’ex direttore amministrativo Antonio Pedota, e gli ex direttori sanitari Bruno Mandrino e Patrizia Chierichini. Perché allargare, spezzettare e ricomporre a piacimento un appalto da 28milioni di partenza non dà proprio l’idea di un amministrazione che sa quello che fa. Peggio ancora se a guadagnarci è sempre lo stesso soggetto e di gare aperte ad altri concorrenti non se ne vede l’ombra.

L’ “abilita” di Tancredi e la sua scaltrezza nel ricorrere a qualunque mezzo per raggiungere i suoi obiettivi era ormai risaputa all’ospedale San Carlo di Potenza. Tanto che negli audio registrati dalle microspie all’interno dell’ufficio della Vinci è finita anche la voce di un suo sottoposto, un amico-impiegato, che ha provato a metterla in guardia. «Voi già sapete, non è che voglio dire… con chi abbiamo a che fare».

E’ dal 2004 che gli inquirenti dell’Antimafia di Potenza hanno acceso i riflettori sulla vecchia Esperia, poi diventata Kuadra. Perciò niente di strano nemmeno se Tancredi, suggeriva «maliziosamente» ai contabili della sua ditta, di fatturare all’ospedale dei servizi non svolti. Come quando viene effettivamente avviata pulizia di un padiglione a Pescopagano, l’8 dicembre dell’anno scorso, e quattro giorni più tardi arriva la delibera della direzione del San Carlo. Ma la data d’inizio del servizio viene fatta retrocedere al 1 dicembre, “regalandosi”. Una cosa abbastanza “pacchiana”, che però nessuno sembra aver mai notato o osato contestargli.

Ieri il gip Luigi Spina ha fissato gli interrogatori per Tancredi e Vinci, che si svolgeranno all’inizio della prossima settimana.

«Aspettiamo con ansia di chiarire al giudice ogni singola riga dell’ordinanza di misure cautelari eseguita nei confronti del mio assistito». Ha dichiarato al Quotidiano l’avvocato Gianfranco Robilotta, che assiste Giovanni Tancredi. «Ricostruiremo in maniera corretta tutto ciò che gli è stato contestato fornendo la nostra versione dei fatti». Sgombra il campo, invece, sui rischi sanitari a cui per un certo periodo sarebbero stati esposti i pazienti passati dalle nuove sale operatorie del San Carlo (fino a quando l’azienda non ha ceduto alle richieste di Kuadra). «Sono argomenti soltanto giornalistici del tutto estranei alle accuse». 

E’ intenzionata a rispondere alle domande di pm e gip anche il responsabile dell’ufficio economato del San Carlo Patrizia Vinci.

«I rilievi mossi sono di natura meramente amministrativa». Spiega l’avvocato Angela Pignatari. «Sono convinta che la dottoressa sarà in grado di chiarire al meglio le ragioni tecnico giuriche che l’hanno guidata nelle scelte amministrative compiute».

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