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POTENZA – Doveva essere una riunione operativa. L’avvio per la raccolta differenziata è previsto per il prossimo gennaio, bisognerà pure prepararsi per tempo.

E invece, dalla riunione di martedì sera, non è saltato fuori un programma operativo, ma delle dimissioni. Quelle di Silvio Ascoli, il direttore dell’Acta di Potenza. La lettera di dimissioni, come vuole la procedura, è ora nelle mani del Cda dell’azienda comunale. Non si tratta di dimissioni irrevocabili, precisa Ascoli, «perchè sono subordinate alla risoluzione di alcune questioni».

«Ci sono delle condizioni particolari – spiega – e la mia intenzione è semplicemente quella di far emergere le questioni irrisolte perchè siano trovate le risposte. Capisco bene le condizioni di difficoltà del Comune di Potenza. Però ci sono problemi che vanno affrontati per tempo».

Le questioni che vanno affrontate per tempo sono strettamente correlate alla partenza, annunciata dal prossimo gennaio, della raccolta differenziata. «C’è la questione del personale, per esempio. Chi dovrà farla la raccolta differenziata? C’è un’altra questione enorme: Vallone Calabrese. Quell’impianto al momento non è funzionale: come dobbiamo comportarci noi? Ci sono questioni pratiche: fra un po’ arriveranno migliaia di contenitori per il “porta a porta”. Dove li mettiamo se non abbiamo una sede? Ecco questioni pratiche su cui non mi sembra, al momento, ci sia una linea chiara. Dire “facciamo partire a gennaio la raccolta differenziata”, al momento è come dire “mettiamoci in macchina e andiamo a Milano”. Sì, ma dobbiamo metterci d’accordo su chi mette la macchina e chi la benzina. Io sono un tecnico, non ho alcun ruolo politico. E da tecnico dico che così non andiamo avanti».

E non si va avanti neanche «se non si inizia a comprendere che l’Acta è un’azienda comunale. E pubblicamente non va attaccata come se fosse un corpo estraneo».

I problemi sono pratici e concreti. «I cittadini lamentano il fatto che i marciapiedi sono sporchi e hanno ragione. Ma noi non riusciamo più a fare lo spazzamento con le macchine, perchè i mezzi sono rotti. Le macchine – tutte – sono vecchie, i pezzi si rompono. E non ci sono i soldi per ripararle. Non si può dire: è colpa dell’Acta. Capisco che lo faccia il cittadino, ma  l’amministrazione sa come stanno le cose. Perchè il Comune sa che i nostri uomini e i nostri mezzi tutti i giorni vanno ad Atella e Venosa per trasferire i rifiuti. Con mezzi vecchi, del 1994. Mezzi vetusti che percorrono quotidianamente, andata e ritorno, la Potenza-Melfi. Per carità quello è il nostro lavoro e ci mancherebbe non farlo. Ma se poi succede qualcosa come lo spieghiamo?».

A tutto c’è una soluzione – ripete Ascoli – purchè ci sia la volontà di risolvere i problemi, affrontandoli e non dicendo poi si vedrà.

E se non si decide ora, «rischiamo di diventare un’auto senza una ruota. Perchè i problemi sono concreti: l’Acta avanza 8 milioni dal Comune di Potenza, ci sono 2 milioni di esposizione bancaria e altri due milioni e mezzo di debiti con i fornitori».

Se a questo aggiungiamo la chiusura di Vallone Calabrese, l’usura dei mezzi, i problemi di personale, c’è poco da stare allegri. E se poi c’è anche il “fuoco amico”, allora «in alcuni casi è meglio lasciare che restare».

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