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POTENZA – Valutare «i presupposti per avviare un’iniziativa ispettiva presso la Procura della Repubblica di Matera» e «sollecitare la conclusione dell’iter di verifica e di negare il concerto nel caso di una non auspicabile conferma da parte del Csm della dottoressa Gravina» alla sua guida.

E’ quanto chiede il deputato lucano di Sinistra italiana Antonio Placido, che ha ieri ha depositato un’interrogazione a riguardo al ministro della Giustizia Andrea Orlando.

L’iniziativa del parlamentare arriva all’antivigilia della visita del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini nella città dei Sassi. Legnini incontrerà avvocati e magistrati materani nella sala convegni di Palazzo dell’Annunziata, in piazza Vittorio Veneto, per discutere di “comune cultura della giurisdizione e buone pratiche negli uffici giudiziari”.

All’evento, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Matera, parteciperanno anche il presidente facente funzioni della Corte d’appello di Potenza Vincenzo Autera, i presidenti dei tribunali dei due capoluoghi, Gaetano Catalani (facente funzioni) e Lanfranco Vetrone, il presidente della Regione Marcello Pittella e il sindaco (avvocato) Raffaello De Ruggieri. Sono inoltre previsti gli interventi del presidente dell’Ordine degli avvocati Nicola Rocco, del consigliere lucano del Cnf Giuseppe Labriola e di Nicola Buccico, già presidente del Cnf e membro del Csm. 

“Pesante” l’assenza – almeno sulla carta – di rappresentanti degli uffici requirenti lucani. Un dettaglio che non è passato inosservato in ambienti giudiziari, a cui si è posto rimedio con un secondo appuntamento col vicepresidente a Potenza, al quinto piano del Palazzo di giustizia, dove è stato annunciato un saluto venerdì mattina. Esclusa l’ipotesi della gaffe o dello sgarbo istituzionale, c’è chi avanza l’idea di uno stratagemma per evitare di rinfocolare il contrasto che ormai da tempo anima il “derby” tra le procure dei due capoluoghi. E proprio a quel contrasto fa riferimento Placido nella sua interrogazione appena depositata.

In una nota Sinistra italiana spiega l’intenzione di far presente al Ministro «alcuni fatti come, tra gli altri, la sistematica mancanza di collaborazione – sì come denunciato dalla Commissione Nazionale Antimafia – dell’ufficio di Procura circondariale con quello distrettuale; o come le invettive della dottoressa Gravina (con incarico direttivo oramai giunto a scadenza) che, ascoltata dalla Commissione Parlamentare sui Rifiuti a proposito della Trisaia di Rotondella, contro ciò che oramai è noto a tutte e tutti, liquidava il dibattito sull’inquinamento presente come “chiacchiere da comari”».

“Si” evidenzia la smentita di quelle rassicurazioni, giudicate «offensive» del ricordo e del lavoro svolto da alcuni dei precedessori della procuratrice come Nicola Maria Pace. Una smentita certificata «dai recenti risultati presentati dall’Arpab Basilicata che testimoniano la presenza, nel sito, di pericolose sostanze chimiche».

Quindi incalza sul «voto quasi unanime» contro la conferma dell’incarico direttivo alla Gravina arrivato dal Consiglio Giudiziario della Corte di Appello di Potenza.

Infine chiede al Ministro se è a conoscenza «del disagio in cui si trovano a operare gli organi inquirenti del materano in relazione ai concreti comportamenti del procuratore della Repubblica di Matera in questo clima di non collaborazione della procura distrettuale, e dello stato di sfiducia che nutrono, nei confronti degli inquirenti materani, i cittadini dell’area metapontina». Invitandolo, «alla luce di tale stato di sfiducia e delle incongruenze registratesi»,  a «sollecitare la conclusione dell’iter di verifica e di negare il concerto nel caso di una non auspicabile conferma da parte del Csm della dottoressa Gravina», e a valutare «i presupposti per avviare un’iniziativa ispettiva presso la Procura della Repubblica di Matera».

l.amato@luedi.it

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