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POTENZA – Una data simbolica, il 23 novembre, per raccontare come la città sia riuscita a passare dalla distruzione alla ricostruzione. Certo, per la consegna di 100 nuovi alloggi, si sono dovuti aspettare ben 35 anni. Ma, come ripetuto più volte dal presidente Pittella, «il bicchiere bisogna guardarlo mezzo pieno».
Bucaletto, 23 novembre 2015. Davanti alle nuove case dell’Ater c’erano ieri tutte le più alte cariche della Regione. E c’erano i nuovi assegnatari, persone in graduatoria da anni che, finalmente, questo Natale lo potranno trascorrere in una casa vera. C’erano però anche gli altri, quelli a cui era stato promesso «che oggi sarebbe stato abbattuto l’ultimo prefabbricato. E invece ci sono altri 500 famiglie in attesa».
Un’emergenza senza fine quella abitativa. Che non è figlia solo del terremoto. «Perché – sottolinea il sindaco di Potenza, Dario De Luca – di famiglie terremotate qui a Bucaletto ce ne sono ormai poche. Gli alloggi sono serviti per dare una risposta alle varie emergenze abitative nel corso degli anni. C’è stata anche una illegale compravendita. E se non interveniamo ora il problema non lo risolviamo più». Ed è per questo che i 40 prefabbricati che si libereranno a Bucaletto saranno subito abbattuti.
Dovevano servire al massimo per 15 anni: «sono lì invece da 35 e le condizioni igienico-sanitarie non sono più idonee».
E lo sanno bene “gli altri”, quelli che resteranno in quei prefabbricati e che, attraverso l’associazione “La nuova Cittadella”, hanno chiesto un deciso e concreto impegno. «Hanno raccontato – dice Silvia Lettieri – che di quei 100 alloggi 40 erano riservati a Bucaletto. Non è così, è la normale graduatoria che è stata seguita. E invece ci avevano garantito che questi nuovi alloggi sarebbero stati destinati solo ai cittadini di quest’area».
Nello stesso piazzale, davanti a quei nuovi alloggi, la gioia di Elia e Giuseppe, i primi a ricevere le chiavi, e la delusione di chi una casa non l’avrà neppure stavolta. Quando allora? «Serve un Piano straordinario – e De Luca chiede aiuto a Pittella – per chiudere i conti con Bucaletto. Ogni giorno aumenta l’insalubrità di quei prefabbricati». E nuove costruzioni sono in previsione, come conferma l’amministratore unico dell’Ater, Domenico Esposito. «Se continua a funzionare la grande collaborazione tra diverse istituzioni, come successo per questi cento alloggi». Il punto è quello: la collaborazione. Tra passato e presente. Perchè «la Regione non può continuare a svolgere un ruolo sostitutivo. E questo significa recuperare le criticità del passato, per non fare gli stessi errori, ma anche riprendere i virtuosismi degli scorsi anni». Che questa è ormai «una città con una coscienza terremotata – dice Pittella – e bisogna ritrovare la pace. La politica ha le sue responsabilità e Bucaletto non è un esempio brillante». Ma se si continua a lavorare rinfacciandosi le rispettive responsabilità, se i cittadini stessi non concorrono «a rimettere in piedi il rapporto tra istituzioni e società», allora nessuno potrà più dirsi innocente.
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