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POTENZA – Incarnano lo spirito delle parole di Papa Francesco: «Uscite e andate nelle periferie».
Periferie che nella città capoluogo stanno diventando realtà sempre più preoccupanti.
Marcello e suor Gabriella non sono lucani. Ma hanno fatto una scelta vocazionale che ha nella Basilicata il suo punto focale.
Una vocazione che guarda agli ultimi, come persone da accogliere. E così, grazie alla Fondazione “Madre Teresa di Calcutta”, vanno nella Stazione inferiore, dove ogni sera si concentrano quelle “periferie” umane tanto care al Papa. Con loro portano dei pasti caldi e tanta buona volontà per cercare di dare un ristoro – non solo fisico – a chi vive in difficoltà. La stazione di Potenza è un “non luogo” che di sera si trasforma in una residenza per chi non ha un tetto.
I termosifoni accesi – anche se negli ultimi giorni non è sempre stato così – attraggono chi senza fissa dimora è alla ricerca di un luogo caldo. Ci sono italiani, rumeni, marocchini. Non chiedono nulla, solo un posto dove poter passare la notte. Ed è proprio lì che Marcello e suor Gabriella operano.
Dal pasto caldo, si passa poi al dialogo e all’amicizia. «La logica – dice Marcello – non è dare solo il piatto caldo, ma è entrare nella loro storia, nei loro problemi. Oramai ci chiamiamo per nome, il segno che per noi non sono semplici persone da aiutare, ma amici».
Ogni sera sono una decina di persone che dimorano nella stazione.
«Alcuni sono stanziali – aggiunge Marcello – altri ruotano, altri ancora passano la notte una volta e poi non li vediamo più».
A dare una mano a Marcello e suor Gabriella ci sono altri ragazzi che «vogliono sporcarsi le mani per il Vangelo».
Un Vangelo sempre più incarnato che guarda agli ultimi, agli invisibili. A coloro che la società preferisce non vedere.
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