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POTENZA – Va verso l’archiviazione l’inchiesta della Procura di Potenza sul contributo a fondo perduto da 150mila euro stanziato, a dicembre del 2013, dalla giunta regionale guidata dall’attuale sottosegretario Vito De Filippo (Pd) a favore della “Marmaros società agricola srl” di Sant’Arcangelo, di proprietà della figlia 25enne, che in seguito avrebbe ritirato la sua domanda.
Nei giorni scorsi il pm Francesco Basentini ha chiesto al gip di archiviare le indagini su una delle ultime delibere a firma dell’ex governatore prima dell’insediamento del suo successore, Marcello Pittella.

Il caso era venuto alla luce qualche mese dopo quando gli investigatori si sono presentati in Regione per l’acquisizione di alcune pratiche, e relative delibere, sull’assegnazione dei soldi per l’insediamento dei giovani agricoltori e l’ammodernamento delle imprese agricole del fondo europeo per lo sviluppo rurale.

A insospettire gli inquirenti era stata, in particolare, la doppia approvazione delle domande di contributo giacenti ormai da tempo negli uffici di via Anzio. Prima col voto dell’ex governatore, che non si era astenuto, poi di nuovo in sua assenza, col voto dei soli assessori. Anche se a strettissimo giro dalla Marmaros srl è arrivata la rinuncia a tutte le spettanze.
A novembre del 2012 la Marmaros aveva partecipato al bando approvato due mesi prima dalla giunta presieduta dal padre della titolare, assieme ad altre 413 aziende lucane intenzionate a contendersi gli 8milioni e 300mila euro disponibili, in seguito “lievitati” ben oltre i 20.

Ma perché le istanze fossero istruite a dovere ci sono voluti tempi diversi.

Appena un mese per quelle a valere sui fondi per l’insediamento dei giovani agricoltori, per cui la figlia del sottosegretario risultava destinataria di un “premio” da 40mila euro, con altri 402 giovani beneficiari, come 13sima classificata in una graduatoria approvata dalla giunta, senza il papà.
Un anno, invece, per quelle a valere sui fondi per l’ammodernamento delle imprese agricole, per cui la Marmaros risulta decima di 347 «istanze ammesse», e 79 «finanziabili» (le prime) con il budget a disposizione.
La relativa graduatoria è finita soltanto a dicembre del 2013 sul tavolo della giunta regionale. S’intende ancora quella guidata dal padre, attuale sottosegretario alla Salute del governo Renzi, alle prese con l’ordinaria amministrazione in attesa dell’insediamento di Marcello Pittella, che a novembre aveva vinto le consultazioni indette dopo le dimissioni del suo precedessore sull’onda dello scandalo di rimborsopoli.
De Filippo, Nicola Benedetto, Luca Braia e Attilio Martorano (Roberto Falotico risulta assente, ndr) avevano ratificato il lavoro svolto dagli uffici senza aggiungere granché. La delibera era la numero 1520 del 4 dicembre del 2013 (anche se un timbro sul frontespizio riporta la data del 28 ottobre), e per la Marmaros risultava approvato «con riserva» un progetto da 250 mila euro complessivi e un contributo in conto capitale «finanziabile» di 150mila euro, che è il massimo previsto dal bando.
La “riserva” faceva riferimento all’accertamento «del titolo di studio dichiarato» dalla figlia del sottosegretario, per cui il «provvedimento di concessione» risulta sospeso «sino a riscontro». Un riscontro, sfuggito nei due anni precedenti, che sarebbe arrivato comunque non più tardi di due settimane dopo. Per la Marmaros come per le altre ditte nella stessa situazione. Di qui una nuova delibera di giunta, la 1528, che è anche l’ultima approvata da Benedetto, Braia, Falotico e Martorano (questa volta De Filippo risulta assente, ndr), prima dell’insediamento di Pittella e i suoi. Una delibera che revocava la precedente e approvava gli «ulteriori esiti istruttori» sbloccando di fatto l’erogazione dei fondi.
La vicenda era riemersa qualche mese più tardi, il 30 aprile del 2014, quando l’ufficio sostegno alle imprese agricole del dipartimento agricoltura ha preso atto della «dichiarazione di rinuncia del beneficiario» e ha revocato il provvedimento di concessione del contributo alla Marmaros. La seconda revoca in meno di cinque mesi.
Secondo gli inquirenti dagli accertamenti sarebbe emersa l’illegittimità della delibera di approvazione del contributo per violazione dell’obbligo di astensione da parte dell’ex governatore. Ma la domanda di contributo della Marmaros srl sarebbe stata regolare in tutto e per tutto. Né sarebbero emerse ulteriori forzature da parte di De Filippo di assicurare un ingiusto profitto alla ditta della figlia abusando dei suoi poteri. Per questo a carico del sottosegretario non potrebbe configurarsi nessuna ipotesi di reato. Quindi la richiesta di archiviazione avanzata al gip.
l.amato@luedi.it

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