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NON è andata giù all’ufficio cultura del Comune di Potenza, la presa di posizione dei curatori del “Festival delle 100 scale” di Potenza, che avevano accusato l’ente di «superficialità» nella gestione degli eventi al teatro Stabile costringendo il sodalizio a rinviare lo spettacolo “Kore”.

«Appare – spiega Pino Brindisi, responsabile dell’Ufficio cultura del Comune – quantomeno strano che la decisione non sia stata neanche comunicata all’Ufficio preposto, come dovrebbe, considerate le interlocuzioni avvenute tra gli organizzatori e l’Ufficio Cultura del Comune solo pochi giorni addietro, affinchè si potesse tenere lo spettacolo anche in concomitanza dell’allestimento teatrale di una prima nazionale».

E aggiunge che: «appare quantomeno inesatto non dire che l’Ufficio, appena presentato un primo calendario degli spettacoli da parte degli organizzatori (più volte modificato proprio dagli stessi), avesse invitato questi ultimi a prendere atto della indisponibilità di alcune date, ma probabilmente non si sono ritenute utili le segnalazioni reiterata più volte e più volte dall’Ufficio».

Per Brindisi era: «evidente immaginare le conseguenze di un programma così nutrito di eventi, uno conseguente all’altro in alcune parti per oltre trenta giornate, sulla programmazione generale dell’unica struttura pubblica della Città destinata allo spettacolo, praticamente il blocco di altri spettacoli ed iniziative e il diniego a quanti lo avessero richiesto. Un festival finanziato dal Ministero – Dipartimento dello spettacolo che viene ospitato gratuitamente dal Comune di Potenza quale contribuzione economica concreta, che inoltre dà la possibilità di “riconoscimento” dell’attività stessa del festival ai fini della erogazione dei contributi statali agli organizzatori. Quindi si riscontra una particolare attenzione della Amministrazione Comunale». Il responsabile dell’fficio cultura fa inoltre notare che l’associazione non ha accettato «la disponibilità di un altro teatro cittadino, messo a disposizione gratuitamente per garantire lo svolgimento dello spettacolo, già nei giorni scorsi, quindi con la possibilità di non rinunciare a nulla e garantire l’attuazione del programma».

Da qui la considerazione di Brindisi secondo il quale «la serietà di come si opera nella gestione del teatro comunale e di tutti gli altri contenitori della cultura, non può essere messa in discussione da interessi unilaterali e da logiche che non guardano al bene ed alla crescita di una intera comunità».

Serietà messa in discussione dai responsabili del Festival che hanno tacciato gli amministratori e responsabili amministrativi di «trascuratezza» mettendo a rischio «chi si impegna a dare risalto e lustro alla città»

Ma per l’ufficio cultura «le polemiche non ripagano, ripaga la buona volontà a lavorare insieme per il bene e la crescita culturale di tutta la comunità, ripaga garantire a tutti ed è bene sottolineare tutti, una eguale possibilità e nello specifico di poter usufruire del più importante e bel teatro della Città di Potenza e ricordiamolo unico Teatro Storico della Regione Basilicata. E’ solo così che si può garantire lo svolgimento di concerti degli allievi e dei maestri del nostro Conservatorio “Gesualdo da Venosa”, la partecipazione delle Scuole Pubbliche, la produzione di Opere Liriche, la partecipazione alla Stagione Teatrale, i diversi Festival di Teatro organizzati dalle Scuole e Compagnie Locali, tutto l’Associazionismo Culturale e Sociale cittadino e si potrebbe continuare».
«Un Teatro Comunale che non resta chiuso un solo giorno, – conclude Brindisi – un teatro comunale che tenacemente resiste ai mille problemi che vive la nostra Città, con impegno, serietà e tanta buona volontà, senza alcuna parzialità o preclusione, messi in campo dall’Amministrazione Comunale e dal suo Assessorato alla Cultura e dal suo Ufficio Cultura. E’ proprio per questo che va rispettato l’operato di una Amministrazione e di chi si adopera per garantire a tutti, la possibilità di usufruire gratuitamente del Teatro Comunale, con innumerevoli eventi, spettacoli ed iniziative culturali».

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