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POTENZA – C’è voluto un po’ per convincerla perché quella sua telefonata aveva come unico obiettivo quello di sapere come fare per aiutare Tiziana (il nome è di fantasia n.d.r.) la signora di Tito la cui storia, di dignitosa povertà, è stata raccontata da Antonella Giacummo sulle colonne del “Quotidiano” lo scorso 11 novembre.
Alla fine Lilli, questo il nome della donna che ieri ha chiamato in redazione, ha detto: «sì può scrivere» anche se «non credo – ha tenuto a precisare – di avere fatto nulla di speciale».
Ed è forse proprio quel rimarcare che quella sua telefonata, finalizzata ad avere informazioni su come aiutare la signora , non era nulla di speciale ad avere, invece, dato un senso concreto a quelle mani tese che ci sono quando davvero si ha bisogno e che sopperiscono alle mancanze delle istituzioni.
Lilli – «ma come me ci sono tante altre persone» – non ha promesso mari e monti, come purtroppo accade. A lei interessa solo sapere «a chi posso consegnare dei generi di prima necessità per la signora Tiziana».
«Non voglio – ha aggiunto – neanche conoscere il vero nome e cognome di questa donna» che ha «dimostrato – come sempre accade nei casi di vera povertà – una dignità encomiabile».
Lilli vuole solo aiutare concretamente una persona meno fortunata di lei.
Non che lei navighi nell’oro.
«L’eredità più grande – spiega – che mio padre mi ha lasciato è stato il suo esempio e una piccola frase: “Le cose si devono fare con il cuore”».
E già quella telefonata per sapere a chi consegnare «un po’ di spesa» è stata fatta con il cuore.
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