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POTENZA – Un giudizio nettamente negativo, senza alcuna possibilità di appello, a un classe dirigente locale «responsabile» di una Basilicata «senza visione», in un contesto nazionale «che non parla di lavoro e Mezzogiorno». Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione generale in assenza di un’inversione di tendenza. Ma per ora ci provano con le proposte. Quelle contenute nel nuovo Piano del lavoro “Basilicata 2020”, presentato ieri mattina dai tre segretari – Angelo Summa (Cgil), Nino Falotico (Cisl) e Carmine Vaccaro (Uil) – in una conferenza stampa unitaria.

Si parte dalla premessa del leader lucano del sindacato della Camusso: lo 0,1 per cento di crescita dell’occupazione fotografato dall’ultimo rapporto Svimez è troppo poco per parlare di ripresa o di inversione di tendenza. Soprattutto se si considera che il saldo tra il numero degli occupati del 2014 e quello del 2008 è ancora negativo, di 4.000 unità.

E «la ministra riscaldata» del masterplan «bluff» (come lo definisce dopo il segretario, Nino Falotico) della Regione contiene proposte di breve respiro. Non è un caso che il Piano porti la data del termine della nuova programmazione europea. Perché è da un nuovo approccio alla gestione del fondi Ue che bisogna cominciare. Tre parole d’ordine: programmazione, visione e responsabilità. «Non solo spesa, ma soprattutto risultati». Ed è per questo che una delle proposte contenute nel documento sindacale è l’istituzione di una regia interistituazionale, in grado di misurare azioni e risultati.

Cinque gli assi principali individuati nel Piano: comunità, persona, territorio, energia e sistema pubblico.

Il segretario della Cgil, Angelo Summa – che inquadra il dramma locale nella «scarsa capacità di incidere a livello nazionale, a dispetto degli spot – parte proprio dalla Pa: «E’ necessaria una riforma della struttura organizzativa di dipartimenti della Giunta e degli enti strumentali». Improntata a efficienza, funzionalità, reale competenza ma soprattutto trasparenza. «Basta a una macchina amministrativa più benevola con amici e parenti. Serve più etica». E in questa direzione va la proposta del concorso unico regionale per superare le “filiere corte” e ridurre anche la spesa. Ed è sempre il leader della Cgil lucana ad affrontare l’altro tema caldo: quello dell’energia, quindi del petrolio.

«Fermo restando il limite dei 154.000 barili e il secco no alle estrazioni in mare, crediamo che il petrolio in assoluto non sia il male del mondo. Ma bisogna mettere a volere questa risorsa. Soprattutto garantire monitoraggio e controllo». Accanto a un nuovo negoziato con Eni per investimenti in rinnovabili e costruire una transizione energetica. «Settore in cui la compagnia ha investito 1,2 miliardi di euro, ma fuori dalla Basilicata. Oltre a un dipartimento regionale dell’Energia, e una facoltà d’ingegneria con indirizzo specifico.

E’ diretto l’attacco al presidente Pittella, da parte del segretario della Cisl: «un uomo solo al comando, in un’epoca di decandentismo di democrazia partecipata».

Della Giunta aggiunge: «Quella con il più basso tasso di dinamismo della storia».
Per Falotico le politiche alla persona non sono solo un dovere per una regione che si consideri civile, ma anche un settore in cui creare occupazione. Il redditi minimo di inserimento – «fortemente voluta da questo sindacato» – è uno strumento d’emergenza, ma «non ci si può limitare a questo. Servono politiche attive per il lavoro: rafforzare gli strumenti dell’apprendistato e del tirocinio formativo. E anche i centri per l’impiego, anche quelli di inizativa privata. Con un grande coordinamento delle politiche del lavoro in capo a un’Agenzia regionale.

Un passaggio sui trasporti: «La Basilicata lo capisca: l’alta velocità è in miraggio. Non servono carrozze argento, basterebbe un pensolino che in un’ora ci colleghi ai grandi snodi. Azienda regionale unica dei trasporti. Così come per i rifiuti. Per Matera 2019 – la grande occasione della regione – si faccia come per l’Expo: un accordo con sindacato e impresa per prospettive occupazionali stabili.

A rincarare la dose sul malessere che si vive in regione, il segretario della Uil, Carmine Vaccaro. «Ci troviamo nel vuoto più drammatico. Dopo la rivoluzione democratica, ci saremmo aspettati una rivoluzione culturale che per ora può attendere. Così come siamo irritati dal dover assistere allo spettacolo di sole sfide e beghe della politica. Una partita di pallone giocata in un campo arido, senza spettatori».

Il cambio di prospettiva passa «dall’allocare le risorse non in capo alle persone, ma alla centrale di servizi. Un’Agenzia per l’information e communication technologies e un’altra per la valorizzazione delle risorse della regione: acqua, bosco, suolo. «Non i soliti carrozzoni, ma realtà che facciano di efficienza e trasparenza una regola».

Poi, il numero uno della Uil di Basilicata, ritorna sul tema del petrolio: «Bisogna recuperare 25 anni di ritardo. Affiancando le estrazioni a un vero progetto di sviluppo possibile».

A breve partiranno le iniziative sul territorio per spiegare i contenuti del piano del lavoro. Cosa si aspettano ora? Che la Regione chiami i tre sindacati a confronto sulle proposte elaborate. «Facciamo accordi non scioperi. Ma in caso di sordi e orbi non ci sarà alternativa allo sciopero generale».

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