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SI depotenzia lo scandalo sul doping di Stato che ha travolto la Russia e ha una lontana origine nell’inchiesta della Procura di Bolzano sul caso di Alex Schwazer: la notizia abbandona le prime pagine e finisce in quelle sportive (Repubblica approfondisce il caso con la storia di copertina della sezione R2 dedicata al “sogno chimico” dell'”atleta perfetto”). La notizia del giorno è senza dubbio la replica di Vincenzo De Luca (“Sono la parte offesa, da due settimane chiedo ai pm di ascoltarmi”) dopo l’inchiesta che ha travolto il governatore campano, il suo ex braccio destro Nello Mastursi e il giudice Anna Scognamiglio, relatrice della sentenza che ha “congelato” la sospensione dell’ex sindaco di Salerno. La vicenda non può non avere ricadute politiche e infatti il Movimento 5 Stelle invoca a gran voce le dimissioni, mentre il Pd è più cauto: se Renzi attende che sia il presidente della Campania a chiarire, il guardasigilli Orlando, ex commissario dem a Napoli, è preoccupato per le conseguenze di un’indagine che rischia di minare l’immagine del partito appena dopo il caso Marino a Roma e con all’orizzonte le grandi manovre per le amministrative di primavera. Sul giornale diretto da Ezio Mauro segnaliamo due articoli di analisi: il Punto si Stefano Folli sul “potere opaco del partito-vulcano” e il gustoso racconto di Francesco Merlo che declina il “familismo amorale” italico attraverso i casi più recenti in cui corruzione e giustizia s’intrecciano, casi in cui le mogli hanno un ruolo determinante — «a Napoli il marito Guglielmo ha messo in vendita la sua signora giudice Scognamiglio e a Palermo la giudice Saguto si è messa in vendita per il suo signor Lorenzo», scrive l’editorialista siciliano.
La Stampa titola con grande evidenza sulla “telefonata che rivela la sentenza”: intercettata la conversazione in cui il magistrato comunica al marito, che manderà un sms a uomini vicini al governatore, la decisione presa. In questo quadro, De Luca secondo l’accusa non si sarebbe opposto ai ricatti.
Ma il quotidiano torinese pubblica in esclusiva e con grande risalto in prima pagina il reportage dell’inviato Domenico Quirico sulle confessioni di un jihadista che ha combattuto in Iraq e in Siria: in due pagine, il crudo racconto dei motivi “per cui faccio la guerra santa agli infedeli. Uccido nel nome di Dio e per dovere, non per scelta – dice il tunisino Abu Rahman, arruolatosi in Al Qaeda – così aiuto i fratelli musulmani. Voi occidentali non potete capire, avete perso la voglia di combattere per la fede”.
Sul fronte degli scandali che continuano a travolgere la Chiesa (da ieri i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi sono indagati dalla Santa Sede per concorso nel reato di divulgazione di notizie e documenti riservati), il fronte si sposta dal Vaticano a Montecassino, dove l’ex abate Dom Piero Vittorelli avrebbe sottratto i soldi destinati ai poveri tenendoli per sé: avrebbe girato i soldi a suo fratello Massimo, intermediario finanziario, che li avrebbe poi versati sul suo conto. La Finanza gli ha sequestrato beni per mezzo milione di euro.
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LA NOTIZIA PIU’ CURIOSA | Diciassettemila e 600 euro da Matrix, ventimila da Gente: è il “tariffario” delle interviste che Marita Comi, moglie di Bossetti, ha rivelato in diverse conversazioni telefoniche e colloqui col marito in carcere e con altri familiari intercettate dagli inquirenti [L’Eco di Bergamo].
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