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«MATERA come Expo». E’ il ritornello che ci portiamo dietro da oltre un anno. A cui si aggiunge nelle ultime settimane “Matera evento nazionale che riguarda l’Italia intera». Concetti che però rimangono solo sulla carta e che non trovano chiarezza nè nei numeri, nè nelle decisioni e nè nelle scelte che il Governo nazionale intende fare.
Ancora avvolte da un alone di sostanziale incertezza. Anche se oramai il tempo stringe.
Eppure appare semplice ragionare sul da farsi. L’Expo è stato un maxiinvestimento da 12 miliardi di euro per l’Italia e il suo Governo con una serie di norme ad hoc che hanno accompagnato il percorso verso l’appuntamento di questi mesi.
Una traccia identica, con meno tempo tra l’altro ma anche minori investimenti, era lecito attendersi anche oggi per Matera.
Non per cifre assolute ma in termini di principi e di scelte. Invece l’attenzione per la Basilicata e Matera non è, fino ad ora, rispondente all’evento. Almeno non è confrontabile con altri appuntamenti di portata nazionale che espongono l’Italia all’attenzione dell’Europa e del mondo.
Ad oggi, parliamo di certezze come ha ribadito con soddisfazione (beato lui) il sottosegretario De Vincenti, a Matera sono stati destinati 28 milioni di euro da qui al 2019 (averli tutti insieme poteva essere paragonabile ad un’indigestione).
Dodici miliardi per l’Expo e 28 milioni per Matera 2019. Ecco il rapporto, eppure l’idea che ci eravamo fatti era quella di una chance da giocarsi in termini proporzionati magari con i numeri (1 miliardo e 200 milioni di euro) a cui qualche settimana fa faceva riferimento il Ministero dei trasporti dopo un incontro con i vertici lucani e materani per indicare la infrastrutture necessarie al più presto per la Basilicata.
Una somma quella stimata per le opere previste che andrebbe poi, eventualmente integrata con altre spese di mobilità interna alla città ed altre necessità ma che non finirebbe per lievitare di molto ancora.
In realtà invece Delrio prima, De Vincenti giovedì hanno confermato l’attenzione per Matera, la disponibilità per l’evento, l’importanza dello stesso, la necessità che sia un punto di riferimento per lo sviluppo futuro del Sud ma di decisioni ad hoc neanche l’ombra. Le concessioni al patto di stabilità contenute in Finanziaria di cui ha parlato De Vincenti riguardano tutti i Comuni, l’introduzione di Matera tra i 25 (leggasi venticinque e non uno solo) attrattori culturali è scelta naturale, di buon senso visto il percorso fatto. Una necessità più che una concessione.
Quando invece c’è da mettere sul piatto, decisioni, scelte ad hoc per la Capitale della cultura del 2019 si tarda ad intervenire. Eppure il tempo stringe, eppure anche Bruxelles ha detto al Governo italiano di muoversi insieme a Matera 2019, magari addirittura dall’interno della sua Fondazione.
Ma da quest’orecchio il Governo non sembra proprio sentirci. Gesti concreti, ad hoc che sostengono lo sforzo di Matera 2019 non se ne vedono e accontentarsi dei 28 milioni del piano cultura sembra davvero “un’elemosina” per un progetto così importante. Viene in mente il nonno di “Così parlò Bellavista” che alla parola milione si destava dal suo “torpore” ricordando un fatto del suo passato per dire “nu milione o anema ro priatorio”.
Già un milione un tempo era una grande ricchezza, poi è diventato un bene comune, poi è tornato ad essere una ricchezza. Oggi per Matera quei 28 milioni sono la goccia nel mare. Non certo un motivo per cui ridestarsi.
Ed allora in attesa di questo patto per il Sud è il caso di capire cosa c’è davanti. Quali sono le risorse che il Governo nazionale mette in campo, quali sono i progetti che si vogliono perseguire.
Torniamo per esempio alle infrastrutture e pensiamo alla Matera-Gioia non indicata almeno sino a qualche mese fa tra le priorità regionali eppure un’opzione su cui il sindaco De Ruggieri è pronto a scommettere. Si farà o non si farà? Si sceglierà altro? E cosa?
In questi giorni si legge che la variante di Altamura per collegare la statale 96 con quella 99 ha ottenuto il via libera dall’Anas, lavori al via presto per 4,4 chilometri ma per una durata di 900 giorni, quasi tre anni. Bastano questi numeri pe capire che davvero il 2019 è dietro l’angolo, che di perdere tempo non c’è più bisogno e che per Matera è tempo di dire cosa si vuol fare e con quali soldi.
La favola che Matera sia come l’Expo diventa sempre meno credibile, avremmo sperato che valesse almeno un 10-15 per cento di quanto investito per l’Expo. Oggi sappiamo che vale 28 milioni di euro, cioè lo 0,23 per cento o qualcosa del genere.
Finora proprio una scommessa in grande stile, quella del Governo nazionale su Matera. Il tempo, poco per la verità, dice che da qui alla fine dell’anno e al patto con la Basilicata e con Matera ci potranno essere nuove speranze che cambiano queste proporzioni ma il tempo è già agli sgoccioli perchè come dimostra appunto l’appalto, al via tra pochi giorni per la variante di Altamura e con una durata di 3 anni, il 2019 per le infrastrutture è è già arrivato.
Bisognerebbe procedere a tamburo battente per riuscire a fare in tempo a raggiungere alcuni traguardi. Nonostante questo si continua, (anche nell’ultima legge di stabilità che non contiene norme ad hoc su Matera), a prender tempo simulando un’attenzione che da sola ad oggi non basta più. Matera 2019 ha bisogno di correre, finora lo abbiamo detto per Comune e Regione ma è il momento che anche il Governo nazionale faccia la sua parte.
Non elemosine ma investimenti seri che si confanno ad un evento di portata nazionale ed europea e norme ad hoc per mostrare concretamente l’impegno, le scelte, i programmi per questo appuntamento. Le parole vanno via mentre i fatti restano. Vale per tutti da De Ruggieri a Pittella ma vale anche per Renzi.
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