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SABATO sera vi racconteremo di donne con un potere enorme e grande fascino oltre che con grande intelligenza e cultura. Sapienti, libere, detentrici del sapere erboristico, solitarie per necessità, in una parola Streghe.

In occasione di travestimenti e feste che a noi non interessano, tra serio e faceto, dovremmo ricordarci cosa porta con se l’icona
della strega ed essere tutte e tutti più solidali con le problematiche di genere.

Dice Jules Michelet, storico francese autore, nel 1862, di un grande saggio su La strega, che gran parte della violenza sulle donne è figlia del maschilismo: le donne sono creature “troppo forti” che spaventano. Da sibilla o fata che era nei tempi antichi, la donna si è trasformata nel Medioevo in strega, modificando inesorabilmente il nostro immaginario: essa è il diverso più diverso che ci sia: in una società di uomini, è condannata alla persecuzione.

Le donne di cui voglio parlare sabato non sono streghe, non tenta sortilegi e malefici. Si tratta di donne normali percepite come diverse per la loro forza e dunque emarginate dalla società.

Le streghe rappresentano l’anima ferita e percossa della donna, sono il simbolo delle ferite, dell’usurpazione, del potere di certi uomini, il simbolo della libertà implorata, pretesa, rubata, raggiunta, sacrificata; il simbolo del sacrificio della donna per la donna, del diritto al sapere, della rivendicazione di quel sapere che da sempre appartiene al femminile perché conseguenza diretta dell’istinto di cura. Circa cinque secoli di persecuzioni, roghi, torture, annegamenti, confessioni forzate per ridurre e sottomettere lo spirito naturale della donna, la sua capacità di imparare e condividere hanno segnato la storia della “civile” Europa.
Da qui in poi la storia fu lunga, ma tristemente poco varia. Le problematiche di genere accompagnano la storia del mondo, di quell’altra metà del mondo rappresentata dalle donne. In Europa, uno dei periodi più bui fu appunto quello dell’Inquisizione e della persecuzione delle streghe. Secondo i dettami inquisitori, strega era colei che conosceva le erbe, che era in grado di curare e, spesso, anche colei che era in grado di far nascere bambini, che si riuniva con altre donne, che si rifiutava di sottostare alle regole sociali ed aveva comportamenti solitari, che era amante della natura e possedeva segni particolari sul corpo, come i nei ad esempio. Erano le ribelli, le libere, le sapienti, le donne che per sbaglio e sventura avevano delle idee. La lotta che, ad oggi, la donna ancora affronta in varie parti del mondo per il rispetto dei suoi diritti e la tutela di essi dovrebbe essere costante motivo di riflessione. L’immagine della strega fa parte di quelle icone che dovrebbero essere “sdoganate” a favore del soggetto discriminato invece di diventare un’occasione di business in più, spesso a discapito dell’immagine stessa della donna, ovvero del soggetto discriminato.
L’idea di strega che accompagnò i secoli bui dell’inquisizione metteva le radici nello stesso terreno in cui prosperano pregiudizi e limitazioni che vedono il tasso di scolarizzazione delle donne ancora molto basso nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo.
Quello che non molti ancora sanno è che la discriminazione femminile, era ed è, strettamente legata al potere economico ed alla sua gestione. L’etica della cura e della differenza stanno cercando di riscattare le “differenziazioni di genere” a favore delle peculiarità del femminile, nel senso più alto del termine, dove è proprio la differenza ed il rispetto di essa che genera uguaglianza.
Per queste ragioni abbiamo deciso di organizzare un evento culturale dal titolo “Lasciati STREGAre” che parli di streghe moderne e non di Halloween.
Il legame c’è (Halloween, del resto, è “la notte delle streghe”), ma nel calderone ci sarà ben altro. Ritroveremo le nostre idee che sono la nostra forza e tra una lettura verremo “stregati” dal liquore che per eccellenza ci parla di streghe: Alberti Strega, sponsor del nostro evento insieme a Libreria UBIK e Lamorgese che ci ospita, tutto questo sapientemente coordinato da “Letti di Sera”
Le lettrici, le mie amiche streghe, che ho scelto per far indossare loro i indossare i panni della fattucchiera, senza scopa e cappello a punta, sanno che impersoneranno una figura antica e misconosciuta, ghettizzata (spesso bruciata) e poi addomesticata dalla Disney, o da Hollywood e che con la reale “strega” non ha nulla a che fare. Insomma, tra reading, musica e momenti di danza, vi stregheremo testa e cuore come solo noi donne sappiamo fare.

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