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POTENZA – Il pm di Potenza, Francesco Basentini, ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione per l’assessore comunale di Palazzo San Gervasio, Antonio Paradiso (55), e per un suo conoscente, Francesco Grieco (46), accusati di aver picchiato un romeno, che i due ritenevano responsabile del furto di un trattore.
Entrambi all’epoca erano già finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza privata, lesioni e minacce ai danni di un cittadino di origini rumene e un suo amico connazionale. Poi la misura è stata revocata dal gip, perché sarebbero venute meno le esigenze cautelari. Quindi Paradiso, temporaneamente “surrogato” in consiglio comunale dal prefetto di Potenza, ha ripreso il suo posto e le sue deleghe in giunta. Eccezion fatta per quella all’immigrazione, che a Palazzo è per tradizione una delle questioni più calde, dato l’afflusso di lavoratori stagionali nelle vaste campagne coltivate a pomodoro.
I fatti fanno riferimento alla «folle, inspiegata e inaudita violenza» (parole del gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare) del 26 agosto del 2012, venuta alla luce grazie alle indagini dei militari ai comandi del capitano Vincenzo Varriale e del maresciallo capo Pietro Tempesta.
Stando a questi ultimi, dodici ore dopo il furto di un trattore dalla sua azienda Paradiso, al tempo assessore all’immigrazione e alle attività produttive della giunta comunale di area Pd, ancora in carica, avrebbe chiamato l’amico nonché dipendente, Franco Grieco per organizzare una spedizione punitiva ai danni di Cornel Chiriac, un rumeno che in passato aveva lavorato per la ditta e che loro sospettavano come l’autore del colpo.
Per questo avrebbero convocato un suo amico e connazionale, George Mamara, a sua volta impiegato occasionalmente nell’azienda di Paradiso, per costringerlo a forza di schiaffi e pugni a tendere una trappola per Chiriac invitandolo a uscire di casa perché lui doveva dirgli qualcosa.
Una volta arrivato all’appuntamento il rumeno si sarebbe trovato di fronte Paradiso e Grieco che l’avrebbero tirato dentro l’auto per poi ripartire a tutta velocità.
Di lì in avanti i due l’avrebbero torturato cercando inutilmenteper un’oretta di fargli confessare di aver rubato il trattore, portandolo in un capannone in contrada Castellani dove si sarebbero accaniti su di lui con calci e pugni, fin quando Paradiso non gli avrebbe stretto al collo una catena inserita in una carrucola fissata al soffitto cominciando a tirare fino a lasciarlo penzoloni sulle punte dei piedi. Mentre Greco gli “lavorava” le gambe con una spranga di ferro.
Le lesioni refertate dai medici, quelle al collo in particolare, sono state considerate dal gip «compatibili» col racconto di Chiriac, e dell’amico, sull’accaduto. Dunque un riscontro, assieme ad alcune foto del capannone dove tutto sarebbe avvenuto e i tabulati telefonici delle vittime e di Paradiso.
Di diverso avviso l’assessore si è sempre proclamato innocente rispetto alle accuse, e ha contestato, tra l’altro, proprio l’interpretazione del referto medico dei sanitari che hanno soccorso la sua presunta vittima all’ospedale.
Grieco e Paradiso saranno giudicati con rito abbreviato: la prossima udienza si svolgerà il 10 febbraio 2016.

l.amato@luedi.it

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