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“SENATO, addio tra le proteste”: il grande titolo di Repubblica punta sulle riforme non votate dalle opposizioni, con Napolitano che difende il ddl e viene contestato da M5S e FI (i due gruppi parlamentari non hanno partecipato al voto, come la Lega, per un totale di 120). Sulle unioni civili continuano le spaccature (Ncd si sfila e 7 forzisti si oppongono alla stepchild adoption) mentre lo “ius soli” (italiano chi studia qui) ha avuto il via libera alla Camera. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro intervista il ministro Boschi. La Stampa decide di titolare sulla novità che alza il tetto di utilizzo dei contanti da 1000 a 3000 euro: per sinistra Pd e sindacati è un favole agli evasori, mentre altri come Vincenzo Visco sostengono che così si renda più facile il riciclaggio.
Anche il Corriere della Sera sottolinea il “sì” alle riforme con 179 favorevoli ma un corredo di proteste in Aula: i “no” sono stati appena 17 (Sel e Conservatori riformisti, il gruppo di Raffaele Fitto) e gli astenuti 7. Eppure quella di ieri è una giornata in cui si registra la ritrovata unità del Pd (solo 4 i dissenzienti: Tocci e Mineo contrari, Casson e Tronti astenuti; più Amati assente) e una maggioranza tanto abbondante che senza i 13 sì del gruppo verdiniano Ala la soglia magica del 161 – ovvero la maggioranza più uno – sarebbe stata superata senza patemi. Scrive Gian Antonio Stella: “Dieci anni fa, quando dall’aula era uscita la sinistra, i voti a favore erano stati 162. Gli fa eco il retroscenista Francesco Verderami: “Il Senato non ha riscritto solo la Costituzione, ha descritto un altro mondo: ecco la nuova Yalta della politica italiana”; mentre Dino Martirano nota che “in 14 mesi la maggioranza, da tempo orfana dell’appoggio di Forza Italia sulle riforme, ha perso solo 4 voti. L’8 agosto del 2014, in prima lettura al Senato, il ddl costituzionale Renzi-Boschi passava con 183 voti”. Tra i novelli “filorenziani”, a parte gli ex grillini, si segnalano la coppia Bondi-Repetti e i senatori forzisti Riccardo Villari e Bernabò Bocca (Franco Carraro è rimasto al suo posto ma non ha votato), tanto che il collega berlusconiano Giacomo Caliendo nota: “La riforma ha raccolto 49 voti di senatori eletti nel Pdl”.
Ma in un giorno comunque importante e di passaggio nella nostra storia repubblicana, la politica torna a intrecciarsi con la cronaca giudiziaria: il vice di Roberto Maroni alla Regione Lombardia, l’ex assessore alla Sanità Mario Mantovani, è stato arrestato con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbativa d’asta nell’ambito di un’indagine della Procura di Milano: avrebbe “truccato gli appalti per il servizio di trasporto dei dializzati”. Sono ben 12 gli indagati, tra i quali anche l’assessore leghista Garavaglia. Il Corsera dedica all’ennesimo caso che scuote i Palazzi milanesi le prime 5 pagine.
Un’altra notizia forte che in un certo senso rovina la festa della nazionale di Conte prima nel girone di qualificazione a Euro2016 dopo aver battuto in rimonta la Norgevia all’Olimpico, è quella dell’inchiesta sui diritti tv: trovano spazio su tutte le prime pagine le due indagini – una della Procura di Milano e una dell’Antitrust – che cercano di fare chiarezza su procedure ed esiti dell’assegnazione dei diritti televisivi per le stagioni 2015/2018.
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