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MATERA – Scuola di restauro sempre più vicina all’apertura in città.
Una scuola di restauro a Matera era il sogno di Michele D’Elia, storico dell’arte, soprintendente ai Beni artistici e storici della Basilicata per oltre dieci anni e direttore dell’Istituto centrale del Restauro di Roma, scomparso tre anni fa, e che aveva profuso tutte le sue energie alla riscoperta e alla valorizzazione dell’arte e delle sue tracce nelle regioni pugliese e lucana.
Ed è proprio a lui che è stata dedicata la giornata di ieri in Casa Cava a Matera, dove ha avuto luogo la prima tappa di un ciclo di Tavole rotonde che si svolgeranno in altre quattro città italiane Venaria Reale, Venezia, Palermo e Monza, e si concluderà a Istanbul. Si tratta di un progetto dedicato ai temi del restauro sostenibile e dell’architettura moderna, promosso dai fratelli Navarra, da sempre attivi sui temi del recupero architettonico e della conservazione dei beni artistici. «Sarebbe stato bello – ha detto Gisella Capponi, direttrice dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro (Iscr) – se Michele D’Elia fosse stato qui, per assistere alla realizzazione di un suo grande desiderio: una scuola di restauro a Matera».
Infatti, saranno inaugurati nella seconda metà del prossimo mese di novembre i corsi della Scuola di Alta formazione e studio (Saf) dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro. La scuola sarà ospitata presso l’ex convento di Santa Lucia Nova in piazza Vittorio Veneto e impegnerà 15 allievi in due percorsi di studio di cinque anni, articolati in 300 crediti formativi previsti dalla classe di Laurea magistrale in “Conservazione e restauro dei beni culturali”.
I percorsi di studio riguarderanno rispettivamente materiali lapidei, dipinti murali, stucchi e mosaici e dipinti su legno e tela, scultura lignea policroma, e arte contemporanea. La scuola, da quanto si è appreso dalla dirigente dell’Ufficio regionale Sistemi culturali e turistici Patrizia Minardi, potrà contare, in base all’articolo 13 della legge istitutiva della Scuola, su attività di sperimentazione e di ricerca, che coinvolgeranno soggetti pubblici e privati.
«La Scuola di Restauro – ha detto il sindaco di Matera e presidente della Fondazione Zetema, Raffaello De Ruggieri – sarà un vero e proprio centro di ricerca e sperimentazione e diventerà un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno. Parlare di restauro significa parlare di interdisciplinarità, perché in esso sono compresi tre elementi fondamentali: conservazione, valorizzazione e gestione. Ne è un esempio l’esperienza di restauro di dieci anni con la cripta del Peccato Originale, che è diventato un modello di riferimento di sperimentazione. E questo lo dobbiamo a grandi personalità come Michele D’Elia e Giuffre, che ci hanno insegnato tanto».
Il soprintendente delle Belle Arti e Paesaggio di Basilicata Francesco Canestrini ha citato l’intervento di restauro sulla cattedrale di Matera tra le positive esperienze di restauro che hanno coinvolto soggetti pubblici e privati. Il tema, infatti, del convegno, introdotto e moderato da Francesco Moschini, è stato “Restauro come bene comune: nuove alleanze tra soggetti pubblici e privati”, nell’ambito dell’iniziativa “Valore Restauro sostenibile – Costellazione di confronti sul Restauro”, ideata e promossa da Italiana Costruzioni Spa, Fratelli Navarra Srl e Na.Gest. Global Service Srl, società facenti capo alla Famiglia Navarra e impegnate da anni in restauri esemplari volti a supportare un Restauro Sostenibile, sia a livello sociale che economico, tra cui il recupero e la valorizzazione del corpo centrale della Villa Reale di Monza, la cui gestione è stata affidata al gruppo che fa capo ad Attilio Navarra, che nel corso del convegno ha evidenziato proprio l’importanza di una sinergia tra pubblico e privato. «Importanti – ha spiegato Navarra – sono la valorizzazione e la destinazione d’uso di un bene di valore storico, artistico e architettonico; pertanto, dobbiamo dire basta ad un restauro fine a se stesso e ad un restauro senza manutenzione. Matera, che è un esempio straordinario di bellezza storico-artistica e che rappresenta un vero e proprio monumento a cielo aperto, deve diventare sempre più fruibile, perchè se prima c’erano le risorse oggi sono necessarie la sostenibilità e la fruizione».
Nel corso della tavola rotonda si sono alternati tanti esponenti del mondo della cultura, delle istituzioni, della professione, e si è dato vita ad un vero e proprio dibattito, coordinato da Francesco Maggiore, durante il quale sono emerse riflessioni costruttive. Tra gli interventi, quello di Giorgio Croci, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’università “La Sapienza” di Roma, di Marta Ragozzino, direttore del Polo museale della Basilicata, di Lorenzo Lamperti, direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, di Amerigo Restucci, ordinario di Storia dell’Architettura, Iuav di Venezia. «Per i restauri – ha detto Restucci – occorre intervenire collettivamente con una sinergia tra pubblico e privato; in questo modo si garantisce la conservazione del patrimonio, la continuità storica e, quindi, il rispetto del passato. L’avvio a Matera della scuola di Restauro è importante, perché può fornire ai privati percorsi, modelli e garanzie sulla qualità di esecuzione dei lavori».
matera@luedi.it

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