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L’IMPOSSIBILITA’ di spiegarsi una tragedia. Ancora una volta la città di Matera, questa volta assieme alla comunità di Irsina, si è stretta nel dolore per la perdita di due giovani angeli, Davide Belgrano e Giuseppe Lasaponara.
Due ragazzi vispi e allegri, due giovani come tanti, che amavano la loro vita e la passavano in mezzo agli amici, tra la scuola e i loro hobby. Un destino crudele che li ha allontanati dal mondo terreno, dai propri affetti. I tre giorni di lutto cittadino, nelle due realtà, si sono conclusi con grandissimi applausi peri due feretri, portati a spalla dagli amici di sempre, tra lacrime infinite e cariche di rabbia, quella rabbia che ha portato in diverse occasioni a sentire una voce che ripetere come sia “ingiusto morire a 20 anni”.
No che non è giusto. Nessuno può dire il contrario o osare pensarlo. Distaccarsi da due persone con una voglia di divere e soprattutto di volare, quel volo che è stata la loro ultima “emozione”, come Giuseppe ricordava nel video, preparato e inviato ad un amico prima della tragedia. Non è giusto perchè tra i 18 e i 20 anni si iniziano a fare progetti, quei progetti che questi ragazzi non potranno mai realizzare nella vita terrena. L’idea di poter divenire, un giorno, piloti. Di volare nei cieli e dominare la terra ferma dall’alto.
Emblematica la presenza dell’Aeronautica militare, con un proprio picchetto d’onore in entrambe le chiese, che in contemporanea davano l’ultimo saluto ai due “angeli” volati via. L’Aeronautica che sarebbe stato un sogno poter raggiungere prima o poi, magari proprio passando dagli studi all’Istituto Tecnico “Olivetti”. E’ ingiusto anche perchè non si possono lasciare amici e soprattutto familiari. Genitori che dopo averti dato l’ultimo saluto alla mattina prima di lasciarti andare a scuola, sono sereni. Un figlio diretto a scuola, in un posto sicuro, per di più nel giorno di un’attività così interessante e coinvolgente, di quelle di cui parli nei giorni precedenti e che sicuramente racconterai subito dopo l’atterraggio. Per Giuseppe e Davide l’atterraggio non c’è mai stato, un mix di rancore, rabbia, commozione e affetto. Emozioni tanto lontane quanto racchiuse in ognuna di quella persone che hanno voluto portare il proprio saluto, l’ultimo saluto, ai due giovani tragicamente scomparsi nell’incidente in mongolfiera.
Sarà il loro ricordo a permettere, a quanti li volevano del bene, di andare avanti e guardare oltre. Immediatamente sebrerà difficile, ma la forza di questi due ragazzi aiuterà familiari, parenti e amici a guardare ancora una volta il cielo, pensando a loro.
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